Questa mattina alle ore 9.30 Silvio Berlusconi, l’uomo dalle mille vite, è morto all’ospedale San Raffaele di Milano.

Dopo quattro giorni di ricovero, le sue condizioni nelle ultime ore si sono improvvisamente aggravate. Il fratello Paolo e la figlia Marina erano arrivati poco prima in ospedale, ben presto raggiunti da Barbara, Pier Silvio ed Eleonora, mentre la compagna Marta Fascina era già al fianco dell’ex premier. Poi la notizia: troppo compromessa la situazione clinica, il presidente non ce l’ha fatta.

L’ex premier, 86 anni, era stato dimesso dallo stesso ospedale il 19 maggio, dopo oltre quaranta giorni di ricovero. Venerdì scorso era rientrato nella struttura per essere sottoposto ad «accertamenti programmati», avevano fatto sapere i suoi medici, legati alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffriva da tempo. L’indomani voleva tornare ad Arcore, per non annullare la riunione di Forza Italia in programma, figli e medici glielo hanno sconsigliato. La situazione poi è precipitata improvvisamente.

Il quattro volte presidente del Consiglio, fondatore di Fininvest e Mediaset, ex presidente del Milan, e ideatore di Forza Italia alla fine è stato costretto ad arrendersi all’ultima di una lunga serie di malattie.

Quando la situazione è precipitata è stata chiamata d'urgenza la famiglia. Marta Fascina era con lui, mentre sono accorsi in ospedale il fratello Paolo e i figli Marina, Pier Silvio, Barbara ed Eleonora. Luigi invece era fuori Milano.

«Caro Presidente. Le chiedo scusa ma non trovo le parole», ha scritto su Twitter, affranto, Alberto Zangrillo, il primario del San Raffaele, medico personale dell'ex premier, che lo stava curando insieme all'ematologo Fabio Ciceri.

Intorno all’ora di pranzo il carro funebre con il feretro ha lasciato l'ospedale e ha raggiunto villa San Martino ad Arcore. Non ci sarà camera ardente, la notizia secondo cui sarebbe stata allestita a Cologno Monzese è stata smentita da Mediaset: «Contrariamente a quanto annunciato da indiscrezioni di stampa, per motivi di ordine pubblico non saranno allestite camere ardenti all'interno degli studi televisivi Mediaset né altrove».

funerali di Stato si terranno mercoledì (giorno di lutto nazionale) nel Duomo di Milano, alle 15, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sarà l'arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, a celebrarli. Per permettere a tutti di assistere alle esequie in piazza Duomo saranno allestiti dei maxi schermi.

Fino a mercoledì, la salma resterà a villa San Martino ad Arcore. Per motivi di ordine pubblico l'ingresso sarà riservato esclusivamente ai familiari più stretti.

Intanto centinaia di persone, tra cui tantissimi tifosi del Milan e del Monza, stanno arrivando davanti a Villa San Martino per lasciare una sciarpa o un fiore.

Per decisione del presidente del Senato Ignazio La Russa, bandiere a mezz'asta a Palazzo Madama e negli altri edifici che ospitano gli uffici del Senato, in segno di lutto. Il Comune di Arcore ha proclamato il lutto cittadino. Su richiesta del gruppo di FI, l'attività di Aula alla Camera è sospesa nelle giornate di oggi e domani. 

La notizia sta facendo il giro del mondo ed è breaking news sui principali quotidiani internazionali. 

«L'Italia è il Paese che amo, qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti». Era il 26 gennaio del '94, quando Silvio Berlusconi annunciava la sua discesa in campo: nove minuti di discorso che hanno cambiato la storia della politica italiana e imposto sulla scena una personalità forte, molto amata o molto odiata. Dalla prima vittoria, il 27 marzo del 1994, al tramonto nel novembre 2011 il Cavaliere è entrato e uscito quattro volte da Palazzo Chigi. Ha creato un impero, prima con l'edilizia tirando su Milano 2 negli anni Settanta; poi editoriale e televisivo, con Mediaset, che dagli anni Ottanta ha rotto gli argini del sistema pubblico di tele-radio trasmissione. Ed è stato patron della sua squadra del cuore, il Milan, portandolo sul tetto d'Italia, d'Europa e del mondo.

«Era soprattutto un combattente, era un uomo che non aveva mai avuto paura a difendere le sue convinzioni e sono state esattamente quel coraggio e quella determinazione a farne uno degli uomini più influenti della storia d'Italia, a consentirgli di imprimere delle vere e proprie svolte nel mondo della politica, della comunicazione e dell'impresa», il ricordo della premier Giorgia Meloni.

Il vicepremier Matteo Salvini ha ricevuto la notizia nel corso di un incontro con la Guardia Costiera sul Lago Maggiore. Ha chiesto un minuto di silenzio per «un grande uomo e un grande italiano» quindi ha annullato tutti gli appuntamenti pubblici e si è messo in viaggio verso Milano. 

Silvio Berlusconi, ha poi aggiunto, «mancherà, però abbiamo ancora tanto da fare. Mi ha detto, 'mi raccomando, tante opere che ho cominciato io finitele voi'. Sicuramente sarà più difficile, perché riusciva a mettere d'accordo tutti, a tenere in sintonia tutti, ad avere un pensiero per tutti. Cercheremo umilmente di portare avanti almeno una piccola parte del suo enorme lavoro».

«Berlusconi è stato un grande leader politico che ha segnato la storia della nostra Repubblica, incidendo su paradigmi, usi e linguaggi», la nota del QuirinalePapa Francesco ha inviato un telegramma di condoglianze alla famiglia esprimendo «sentita partecipazione al lutto per la perdita di un protagonista della vita politica italiana, che ha ricoperto pubbliche responsabilità con tempra energica».

Tra i primi ad esprimere il suo cordoglio Romano Prodi, unico a poter vantare di aver battuto due volte il leader di Forza Italia: il professore di Bologna rimarca la «grande influenza» che Berlusconi esercitò «sulle istituzioni, ma anche nella vita di tutti i cittadini». Riporta la rivalità nei confini del rispetto reciproco («mai trascesa in un'inimicizia personale») e riconosce al rivale il sostegno alla causa europeista «ribadito in un periodo in cui il nostro comune destino europeo era sotto accusa».

(Unioneonline/D)

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