Nel 1973 era in prima linea durante l'epidemia di colera che colpì il Sud Italia, con epicentro la città di Napoli, causando il contagio di circa 280 persone e 24 morti accertate.

Da ieri Franco Faella, primario emerito dell'ospedale Cotugno di Napoli, è tornato operativo e nuovamente in attività in una struttura ospedaliera pubblica, l'ospedale Loreto Mare: richiamato dalla pensione, è stato nominato dalla Regione Campania coordinatore del reparto allestito per i pazienti contagiati dal Covid-19.

Un'infezione che definisce "diversa" da quelle del passato: "Allora - racconta al quotidiano "Il Mattino" - si sapeva il tipo di infezione che si affrontava. Oggi siamo invece a contrastare un virus sconosciuto, completamente nuovo".

Faella sarà "consulente infettivologo - spiega - in un'attività che dovrà alleviare il carico di lavoro ai colleghi del Cotugno. Ora qualche paziente potrà essere trasferito anche qui, dove ci saranno colleghi rianimatori che affronteranno le insufficienze respiratorie provocate dal virus, e tutta la struttura sanitaria assegnata a questa emergenza".

Secondo Faella "bisogna essere ottimisti, affronteremo questa epidemia con tutto il rigore possibile come si è fatto finora, in attesa di raggiungere maggiori certezze sui farmaci. Per ora, su questo virus utilizziamo quei farmaci già usati per altre patologie infettive. Parlo dell'Hiv o dell'Eboia, ma anche del farmaco sperimentato dai colleghi del Cotugno adoperato di solito per l'artrite reumatoide". Preferisce non entrare nella polemica su chi ha utilizzato per primo il farmaco per l'artrite reumatoide: "Ogni collega ha il suo carattere ma, in questa fase, va evitato ogni contrasto per affrontare il comune nemico che è questo nuovo virus su cui tutti gli infettivologi d'Italia e del mondo devono fare fronte comune".

(Unioneonline/F)
© Riproduzione riservata