Una vera e propria organizzazione criminale dedita al reclutamento di lavoratori che venivano sfruttati per raccogliere frutta e verdura o per potare gli alberi fino a ottanta ore la settimana, per un compenso di 50 euro al mese.

È quanto smascherato dalla squadra mobile della Questura di Forlì, che ha portato così all'arresto di 4 persone di nazionalità pachistana con l'accusa di aver costituito, in concorso, l'organizzazione.

I lavoratori, circa 45 richiedenti asilo, per lo più pachistani e afghani, venivano reclutati nei centri di accoglienza e poi alloggiati in casolari privi di acqua calda, con poco cibo e letti costituiti da materassi buttati a terra. A loro veniva promessa una retribuzione oraria di 5 euro netti, a fronte dei 9,6 euro normativamente previsti, che peraltro si tramutavano in soli 250 euro mensili, di cui 200 decurtati per vitto e alloggio.

I quattro pachistani, nei cui confronti, su disposizione del Gip di Forlì, la polizia ha eseguito un'ordinanza di custodia in carcere, avrebbero reclutato i lavoratori direttamente, li avrebbero minacciati e intimiditi per evitare che si rivolgessero ai sindacati, e avrebbero gestito in via diretta e quotidiana i rapporti con i committenti, accompagnando i lavoratori sul luogo di lavoro e controllandone le attività.

Secondo le stime fatte dagli inquirenti, i responsabili avrebbero così guadagnato dagli 80 ai 100mila euro, inviati attraverso i canali western union o money gram in Pachistan su conti di persone fittizie.

Denunciati, poi, anche titolari di aziende agricole nelle province di Forlì, Rimini e Ravenna che hanno impiegato gli stranieri tra settembre 2019 e gennaio 2020.
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