Villasor, il sindaco caccia i militari:"Nessun beneficio dalla base Nato"
Il primo cittadino di Villasor alza la voce contro la base Nato di Decimomannu. Dopo i tagli che hanno subito gli operai esterni che lavorano alla base sale il malcontento anche dei paesi confinanti con i terreni dell'aeroporto.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Via i militari, le terre devono essere restituite agli agricoltori». Walter Marongiu, sindaco di Villasor, non usa mezze parole e dichiara guerra ai militari. Il casus belli ? La condizione dei 200 lavoratori esterni che ogni giorno puliscono caserme e alloggi, sale di riunioni e laboratori tecnici e che allestiscono le mense a Decimomannu, Capo Frasca e Perdasdefogu. «I continui tagli del ministero della Difesa annunciano un futuro da fame per queste famiglie. Come si può andare avanti se si sarà costretti dal primo gennaio a una riduzione del 40 per cento dell'orario di lavoro, se alla fine gli operai porteranno a casa mediamente 500 euro al mese?», si chiedono i sindaci di Villasor, San Sperate, Decimoputzu, Arbus e Perdasdefogu, ieri in Municipio a Villasor per una riunione congiunta e straordinaria dei Consigli comunali.Al fianco dei rappresentanti sindacali di Cisl, Uil e Cgil, ieri mattina al sit-in davanti alla base.
GLI SPRECHI Un anno fa le frecce tricolori firmarono simbolicamente sui cieli dell'aeroporto di Decimo il nuovo patto tra Italia e Germania per la gestione congiunta della base militare. E otto mesi fa, dopo dieci anni di gestione a singhiozzo, il ministero della Difesa aveva affidato per tre anni a una ditta bolognese (la Gamba) l'appalto triennale per le pulizie e la mensa. «Addirittura - dichiara Pierpaolo Collu, della Rappresentanza sindacale unitaria in quota Cisl - c'erano state nuove assunzioni e gli stipendi finalmente venivano pagati regolarmente».
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GIAN LUIGI PALA
PAOLO CARTA