"Salta ancora l'apertura del carcere di Uta prevista per domani (oggi, ndr.) e rinviata a data futura", lo rende noto il deputato Mauro Pili (Unidos), che ha denunciato varie opere ancora non concluse ed "un cantiere senza fine all'interno della struttura". Il parlamentare ha quindi presentato una dettagliata interrogazione parlamentare con la quale, anche attraverso rilievi fotografici, ha evidenziato la situazione del carcere, costato per ora "95 milioni di euro e ancora senza collaudi". Pili ha raccontato che le "celle di Riina e compagni sono senza muri in un cantiere in alto mare con gru interne e attrezzi pericolosi per una struttura penitenziaria", inoltre "l'interno e l'esterno del carcere dei boss sono collegati attraverso un condotto ad altezza d'uomo che ancora oggi è visibile a chiunque facesse un sopralluogo dell'area". Pili ha anche denunciato che "la struttura è stata realizzata in un'area a diretto contatto con bacini abbandonati a se stessi e carichi di rifiuti tossici". "Per la prima volta, nonostante i divieti apposti dal Dap alla visita di un cantiere e come tale fuori dalla giurisdizione penitenziaria - ha concluso il deputato - si è riusciti a conoscere lo stato dell'arte dei lavori del 41 bis, le celle dedicate ai capimafia.
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