Importate per caso o introdotte per essere allevate, il risultato non cambia: le invasioni biologiche sono considerate tra le principali minacce per la biodiversità di un territorio. Esse sono, inoltre, uno tra i più gravi fattori di disturbo negli ecosistemi acquatici, che risultano particolarmente vulnerabili all’introduzione di specie aliene che possono entrare in competizione con le specie nostrane e risulta necessario il monitoraggio. La Provincia del Sud Sardegna ha avviato, da qualche giorno, un progetto che prevede il controllo di tre specie aliene notoriamente presenti sull’Isola: il gambero della Louisiana, il gambero marmorato e la tartaruga palustre americana al fine di individuarne le aree di presenza e predisporre dei piani specifici di cattura tendenti all’eradicazione. La normativa europea vieta in ogni modo detenzione, vendita e allevamento delle forme presenti nell’elenco delle specie “esotiche” invasive.

Dove

«In questi giorni il dottor Daniele Scarselli della ditta Agrofauna Srls è sul campo per far partire il monitoraggio con l’utilizzo di trappole lungo alcuni corsi d’acqua del territorio, dove le specie aliene sono state segnalate», dice Gianroberto Cani, dirigente dell’area ambiente della Provincia. L’attività è in corso nella rete dei sistemi di irrigazione di Sanluri Stato, e a Furtei, nella zona del Flumini Mannu, dove recentemente è stata segnalata la tartaruga palustre americana. Successivamente si procederà con gli altri bacini: Sulcis e Sarrabus. Nel mese di giugno è previsto un monitoraggio a Carloforte, anche in questo caso per la segnalazione della tartaruga “aliena”.

Il gambero rosso della Louisiana (L'Unione Sarda)
Il gambero rosso della Louisiana (L'Unione Sarda)
Il gambero rosso della Louisiana (L'Unione Sarda)

Le specie

Il “gambero killer” (procambarus clarkii) raggiunge i 12,5 cm di lunghezza. La colorazione degli adulti è bruno-rossa. Originario del nord America, è presente in quasi tutto il mondo, essendo stato introdotto a scopo di acquacoltura e ornamentale (le carni sono buone, ma può accumulare dall’ambiente una serie di sostanze tossiche). In Sardegna è stato segnalato per la prima volta nel Coghinas, nel 2005. «Il gambero rientra tra le 100 specie più invasive al mondo – spiega Stefania Peddio, biologa al dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Cagliari – per il suo comportamento alimentare generalista e opportunista e per la sua resistenza ai cambiamenti dei parametri ambientali come temperatura, ossigeno, salinità».

Un altro gambero, il procambarus fallax f. virginalis, è riconoscibile perché il suo corpo ha un disegno marmorizzato, ha le chele molto piccole e raggiunge 13 cm di lunghezza. Nel 2019 la prima segnalazione in Sardegna, nel rio Mogoro a Morimenta. Successivamente anche a Sardara e Sanluri. Ha facilità di movimento nel fitto reticolo irriguo che è presente in quella porzione di Campidano. «La possibilità di riprodursi per partenogenesi (la femmina genera nuovi individui senza il maschio) contribuisce alla sua diffusione nell’ambiente», racconta la studiosa. Entrambi i gamberi determinano un indebolimento degli argini dei corsi d’acqua a causa dell’attività di scavo profonda che mettono in atto. In Sardegna risultano sporadiche le segnalazioni del gambero europeo austropotamobius pallipes, che quindi potrebbe essere disturbato dalla presenza delle due specie aliene.

Il gambero marmorato (L'Unione Sarda)
Il gambero marmorato (L'Unione Sarda)
Il gambero marmorato (L'Unione Sarda)

La tartaruga palustre americana (trachemys scripta elegans) è stata intensamente commercializzata fino agli anni ’90. Si riconosce per le due striature rosse presenti ai lati della testa. Essendo di difficile gestione, tanti esemplari adulti furono liberati nei corsi d’acqua, con grave danno alla biodiversità. Le trachemys, procreano in maniera incontrollata e minacciano la sopravvivenza della nostra meno aggressiva tartaruga palustre europea (emys orbicularis).

Azioni congiunte

«Oltre al monitoraggio eseguito dalla società, abbiamo richiesto a tutte le associazioni di pescatori la segnalazione dell’avvistamento di queste specie per predisporre tempestivi interventi ed avere il controllo del territorio nelle aree potenzialmente contaminate dalle specie aliene», conclude Cani. Le segnalazioni degli avvistamenti possono essere inoltrate anche dai cittadini attraverso il modulo sul sito della Provincia o all’indirizzo aliene@agrofauna.it.

Giovanni Scanu

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