Si aggrava non di poco la posizione di Antonino Sanna, il 72enne arrestato giovedì scorso a Carbonia con l'accusa di aver fabbricato una decina di bombe, una delle quali è esplosa nel retro dei palazzi di via 18 dicembre ferendo gravemente una donna. L'uomo deve rispondere adesso anche di strage, oltre che di lesioni gravi.

Il pensionato, assistito dall'avvocato Stefano Piras, ha avuto il diritto ieri di essere sottoposto a interrogatorio di garanzia nel carcere di Uta, ma anche in considerazione della gravità delle accuse che gravano su di lui, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

In attesa che venga fissato un nuovo eventuale interrogatorio Sanna resta in carcere perché la permanenza provvisoria dietro le sbarre viene considerata compatibile nonostante l'età.

Custodia convalidata anche perché fra il suo appartamento e il garage che aveva in uso, sono state trovate tre pistole modificate, una decina di ordigni e materiale necessario a confezionare bombe, canne di rivoltella.

Per Sanna si sommano quindi anche le accuse di detenzione e fabbricazione illegale di armi ed esplosivi. Contestata pure la recidiva: in passato era già andato incontro a simili imputazioni.

La donna ferita, la 65enne Giuditta Tanchis, dopo un primo intervento al Sirai di Carbonia, sabato è stata trasferita in ospedale a Cagliari. Non è in pericolo di vita, ma la guarigione si preannuncia lenta e complicata.

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