Un giallo nel giallo. E’ quello spuntato nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Fabio Serventi, il 24enne scomparso nel nulla il 21 marzo 2020 dalla casa del nonno a Perdaxius: la misteriosa sparizione di un’agendina appartenente alla vittima sequestrata e indicata tra i reperti allegati al fascicolo dell'accusa, ma di cui si sono perse le tracce, nonostante la Procura l’abbia fatta cercare ovunque negli uffici e negli archivi del tribunale. Restano comunque agli atti alcune foto, scattate al reperto in fase istruttoria. 

Gli avvocati di parte civile, Patrizio Rovelli e Fabrizio Rubiu, hanno però annunciato un esposto-querela, mentre in aula, in Corte d’Assise a Cagliari, chiamato dal pm Rossana Allieri, è stato ascoltato oggi come testimone il maresciallo che ha effettuato il sequestro dell'agenda, che ha confermato di averla consegnata in Procura assieme al resto dei reperti.

Sotto processo per la vicenda è finito un 35enne, Andrea Pinna, accusato di omicidio volontario premeditato e occultamento del cadavere. Nell’ultima udienza Pinna, che è difeso dall'avvocato Teresa Camoglio, ha rilasciato dichiarazioni spontanee per chiarire la provenienza di un messaggio con foto nel quale compariva lo scooter della vittima che lui sostiene di aver trovato.

In base alla ricostruzione della Procura, il delitto avrebbe come movente un debito legato alla droga. Il giorno della scomparsa, Serventi, il cui corpo non è mai stato ritrovato, sarebbe uscito dall'abitazione in ciabatte, senza portare con sé né chiavi né portafogli. Aveva dunque intenzione, probabilmente, di restare fuori per pochi minuti. Invece non è mai più tornato nella casa dei nonni. 

Gli inquirenti erano poi arrivati ad Andrea Pinna seguendo le “tracce” dello scooter della vittima e anche grazie ad alcune intercettazioni ambientali nelle quali lo stesso imputato ammetterebbe con gli amici di aver compiuto un omicidio su commissione, di cui ancora restano ignoti i mandanti. 

(Unioneonline/l.f.)

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