"La salute mentale e quel bisogno che abbiamo di convivere, condividere e raccontarci". Si intitola così la breve riflessione che Antonio Laddomada, primario del Servizio Psichiatrico della Asl 7 di Carbonia, dedica a due inportanti appuntamenti artistici che si svolgono in questi giorni proprio nel centro di salute mentale dell'ospedale Sirai. "La psichiatria - scrive - è parte importante della mia vita. Tutti i giorni da tanti anni. È un lavoro interessantissimo, appassionante e molto stancante, che mette in gioco ogni sentimento umano, ma avvilente e frustrante se vissuto con individualismo, con distacco cinico, senza senso morale e della comunità. I malati, all'esordio della patologia o a causa della sospensione delle terapie o per problemi relazionali e di solitudine o dopo assunzione di droghe e alcol, hanno sintomi così gravi che vengono ricoverati in ospedale, nei Servizi Psichiatrici. Quando arrivano si muovono in modo scomposto, sono spesso disinibiti o aggressivi, altre volte tristi o talmente bloccati da non riuscire a parlare, a capire, "a intendere e volere". I pensieri poi sono assurdi, tanto son lontani dalla realtà, egocentrici, incredibili e precedono comportamenti folli (l'altro giorno una paziente s'è barricata in camera urlando "quell'uomo, quello con la maglietta con il coccodrillo…l'ha indossata perché mi vuole uccidere e divorare). E' facile intuire che in reparto non è facile riuscire a convivere e a condividere la normalità degli "atti quotidiani della vita": mangiare, lavarsi, discutere ecc. Per noi non è sufficiente accogliere bene, conoscere le malattie, saper dosare i farmaci, colloquiare, stare insieme, comprendere personalità e necessità. A volte, molte volte, qualsiasi intervento si tenti, qualsiasi parola si utilizzi, sembra inutile, ogni tentativo viene incompreso e interpretato o rifiutato e maledetto. Per entrare in contatto proviamo altri modi attraverso i quali i malati possano raccontarsi, convivere e condividere: la musica, la pittura, le passeggiate , il lavoro, lo sport, le letture, i gelati, le pizze da preparare e gustare insieme. Così anche quest'anno desideriamo raccontare queste esperienze aprendoci alla città, perché la psichiatria necessita della partecipazione della cittadinanza: per farsi comprendere, narrare storie, ridurre l'emarginazione. Organizziamo così le "cene del martedì", le esposizioni di pittura e fotografia, i dibattiti. Così al Centro di Salute Mentale di Carbonia, da lunedì 11 luglio, si tiene una mostra di fotografia promossa dall'Associazione di Volontariato Albeschida, dal titolo: "Anche la notte più buia conosce il chiarore dell'alba" di Giorgio Locci (mostra ha carattere nazionale ed è organizzata dalla sezione sarda della associazione fotografi italiani); mentre al Servizio Psichiatrico dell'Ospedale Sirai, dal 12 luglio, esponiamo i quadri dipinti dai ricoverati durante il periodo di degenza. Le foto, delicate e piene di significato, ritraggono scene di vita quotidiana: la raccolta delle olive, il dividere una fetta di torta, l'operare insieme. Nei quadri, che siano su tela o cartoncino, si avvertono colori e forme cariche di emozioni: ira per il ricovero, l' affetto per i cari, la nostalgia della casa, allegria, la rabbia, le paure. In un bellissimo viso disegnato di Kudito, un ragazzo giunto con una di quelle barche dal nordafrica ed ora ospite in una struttura del Sulcis, si intuisce la sua storia antica, l'origine guerriera, la lontananza, la tristezza che lo ha condotto in ospedale, il romanzo della sua vita. Iniziative simili alle nostre sono diffuse in molti di Dipartimenti di Salute Mentale sardi e coinvolgono centinaia di persone che vogliono vivere serene...nonostante tutto". La mostra fotografica e i quadri degli artisti-ospiti si possono ammirare sino a fine luglio.
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