Il nome d'arte rivela e nasconde, confonde e ammicca. Si fa chiamare, in scena, Ava Hangar, che è un po' l'eco della divina Ava Gardner, della (ex) peccaminosa Eva Henger, del principio culturale dell'Avanguardia. Molto più semplicemente, nella vita quotidiana, «quella in cui conta la persona e quello che fa», risulta all'anagrafe Riccardo Massidda, 34 anni, originario di Carbonia, europeo d'adozione dopo aver girato mezzo Continente.

Il successo

Pochi giorni fa è divenuto miss Drag Queen Italia 2019, al concorso nazionale che si è svolto a Torre del Lago, dedicato al canto, al cabaret e alle imitazione che un attore compie esibendosi in abiti e trucchi femminili. Già Miss Drag Piemonte e Val d'Aosta, deve la fascia anche alle sue capacità teatrali e alla sua esperienza nel mondo del circo contemporaneo, una gavetta impegnativa che lui stesso esalta con passione: «Ringrazio tutte le persone che hanno creduto e investito in questo progetto».

Travestito? È lo show

Eppure Riccardo Massidda, artisticamente parlando, aveva già fatto parlare di sé quando arrivò in finale al Got Talent della Romania alcuni anni fa. Era ormai lanciato nell'orbita di questa forma di arte che genera ancora controversie ma in cui indubitabilmente gli uomini generano l'illusione di essere donne. «Travestito per questioni di spettacolo e grazie ad uno staff di professionisti che lavora per ore prima di ogni show», scherza Riccardo. «Ma anche per portare un messaggio contro ogni discriminazione». In effetti i presupposti che formano una drag queen Riccardo Massidda li possiede tutti: mimica, ballo, comicità. Li mette in mostra diventando l'alter ego Ava Hangar, che ha una compagnia che si chiama Fabbrica C e uno spettacolo - Tender - rigorosamente anni '20 che spera di portare presto anche in Sardegna e Carbonia: «In effetti il mio personaggio richiama la vecchia diva che vive nel passato, ammicca un po' ad Eva Henger e riflette sulle avanguardie che rappresentavano e che hanno aperto le menti e gli orizzonti».

Vita da giramondo

E quanto questo artista bizzarro, ma profondamente legato alla sua Isola, sia testimonial delle aperture mentali lo rivela la sua stessa storia professionale. Parte da Carbonia a 19 anni, frequenta per qualche tempo gli studi su arte e spettacolo, quindi approda alla rinomata scuola Flic di Torino di arti circensi e da qui spicca il volo: «Era il 2008 e poi ho girato l'Europa un po' a briglie sciolte», rivela. Sono arrivato abbastanza recentemente al mondo delle Drag Queen con uno spettacolo di intrattenimento adattato a luoghi insoliti e spazi ridotti, un'opera concettuale». La scalata ai vertici di questa forma d'arte è stata relativamente veloce. Da 0 a 100 in pochi secondi: prima il titolo piemontese, poi quello italiano a Torre del Lago, in Versilia, con uno spettacolo apprezzatissimo anche da molti veterani. «Attorno a questa disciplina - spiega Riccardo Massidda - c'è tanta curiosità ma talora non si capisce la differenza fra l'espressione artistica e le volgarità discriminatorie. Perché una drag queen si traveste per questioni strettamente scenografiche: «Anche le mie performance combattono i pregiudizi: sono convinto che contribuiscano a farci ricordare la semplicità della vita e l'onestà insita in ogni lavori che si rispetti». ».

Andrea Scano

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