Avrebbe rivelato ad un pregiudicato delle informazioni confidenziali su operazioni di polizia giudiziaria, in cambio di regalie: in generi alimentari come formaggio, ricotta, salumi o carne. Ma non solo. Oltre che di corruzione, almeno stando alle imputazioni mossa dal pubblico ministero Rita Cariello, l’ex comandante del Nucleo radiomobile di Iglesias dei Carabinieri, il luogotenente in pensione Antonello Manca, 62 anni, dovrà rispondere anche di rivelazione di segreto d’ufficio, accesso abusivo a sistema informatico, peculato per il presunto uso illegittimo dell’auto di servizio, truffa, falso, violazione di sigilli e per il possesso non autorizzato di una paletta per l’alt senza numero di matricola. Chiusa l’inchiesta, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio anche per Salvatore Desogus e Francesco Pilia (40 e 42, anche loro entrambi di Iglesias).

La corruzione

A decidere se verrà celebrato un processo sarà la giudice Maria Cristina Ornano che ha fissato l’udienza preliminare per il prossimo 16 maggio, invitando i tre indagati a comparire con gli avvocati difensori Riccardo Floris e Francesco Marongiu (Pilia). L'accusa più pesante mossa all'ex numero uno del Norm iglesiente – che in carriera ha condotto numerose importanti indagini – è quella di corruzione. In cambio di regali avrebbe rivelato a Salvatore Desogus (a quel tempo detenuto ma con la possibilità di uscire per lavorare) informazioni su inchieste condotte dalla Procura, ma anche contenuti di conversazioni intercettate, e che poi l’interlocutore avrebbe passato agli interessati. Non solo. Si sarebbe anche messo d’accordo con Desogus per effettuare degli arresti in flagranza di reato e avrebbe rivelato altre notizie tra il giugno 2018 e settembre 2019. In un’occasione avrebbe rivelato anche a Francesco Pilia l’identità degli autori di una perquisizione, sempre in cambio di alcune forme di formaggio.

Gli altri reati

Condotta dai carabinieri della Compagnia di Iglesias, l’inchiesta chiusa nei confronti dell’ex comandante del Nucleo radiomobile vede anche l’accusa di rivelazione di segreti d’ufficio e consultazione non autorizzata a banche dati (avrebbe dato notizie su su numeri di telefono, proprietari di veicoli e autori di reati) a numerosi altri soggetti. C’è poi l’ipotesi di peculato: con cadenza giornaliera – secondo la Procura – avrebbe usato le auto di servizio per finalità privata percorrendo circa 6 mila chilometri tra febbraio e maggio 2019. La pm Cariello contesta a Manca anche la truffa: avrebbe attestato di essere impegnato in indagini, quando invece avrebbe effettuato attività private, causando così un danno per l’amministrazione dell’Arma che gli avrebbe comunque corrisposto lo stipendio per le ore che aveva dichiarato di aver lavorato. L’indagine della Procura era andata avanti in gran segreto per mesi, con intercettazioni e pedinamenti, affidati direttamente ai colleghi del militare ora in congedo, coordinati dal capitano dell’epoca Giovanni Di Nuzzo, comandante della Compagnia di Iglesias.

Francesco Pinna

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