Iglesias ritenta con le biciclette pubbliche, ma cerca società private per gestirle.

È la nuova proposta del Comune che rimette in gioco il bike sharing in una manifestazione di interesse.

Per ora è flop: la sua partecipata, Iglesias servizi, ha restituito l'attività chiusi i tre mesi di sperimentazione, un anno fa.

"Le richieste non sono state rilevanti - spiega Francesco Meilis, assessore all'Ambiente dal 2016 - siamo venuti incontro anche ai casi eccezionali come all'affidamento di un mezzo per un mese. Poi abbiamo ritirato i mezzi per tutela. Il bike sharing è un servizio in perdita ovunque ma l'obiettivo è il cambio culturale. Per noi è un'offerta in più per i turisti".

Il progetto di mobilità sostenibile era arrivato a Iglesias nel 2012 con "BiciClima", bando regionale che aveva portato 195mila euro.

Si è concretizzato dal 2015: con circa 47.800 euro si è disegnata la discontinua pista ciclabile sui marciapiedi di via Cattaneo e, in altri due anni, sono arrivate rastrelliere, bici e tecnologia per monitorarle.

Per Alberto Cacciarru (Iglesias in Comune) "Iglesias ha lanciato il bike sharing solo per ragione di immagine. Risultano, in pratica, zero noleggi: si deve tutto alla difficoltà che si incontra per attivare il servizio, troppo macchinoso".

Ancora: "Mancano strade adatte e piste ciclabili, quella fatta è improponibile, finita pure alla tv nazionale. Non ci sono telecamere: le bici spesso sono vandalizzate e a pagare le riparazioni sono i cittadini".
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