Dopo 4 giorni di sete, nelle case degli iglesienti è ritornata l'acqua. Ma stasera, tra le 19 e le 20, Abbanoa effettuerà una nuova interruzione (fino alle 5 di domani) per consentire ai serbatoi di riempirsi.

Il condizionale è d'obbligo, ma l'emergenza che ha messo in ginocchio la città a seguito dell'incendio di lunedì scorso, sembra passata.

Non altrettanto si può dire per gli agricoltori, ancora assetati, e costretti a condividere le poche risorse disponibili nella diga Punta Gennarta con la città.

Abbanoa, da ieri notte, ha rimesso in funzione il proprio potabilizzatore che permette di utilizzare l'acqua (pochissima, vista la siccità e l'assenza di interconnessioni con altre infrastrutture) presente nell'invaso dell'Enas per distribuirla nella rete.

Questo è stato possibile a seguito dell'ordinanza che il sindaco Emilio Gariazzo ha firmato - dopo avere informato il Prefetto - disponendo che l'Autorità di bacino del distretto idrografico della Sardegna e l'Enas rendessero disponibile dall'invaso di Punta Gennarta una quantità pari a 50 litri al secondo fino all'11 luglio.

Gariazzo ha emanato anche una seconda ordinanza, dichiarando lo stato di emergenza idrica in città e nelle frazioni, vietando l'uso di acqua diverso da quello alimentare.

Igea, intanto, sta completando i lavori per ripristinare la funzionalità degli impianti (danneggiati dall'incendio di lunedì scorso) che consentono al gestore unico di utilizzare l'acqua della miniera, principale risorsa per Iglesias: "Nonostante le enormi difficoltà abbiamo calato un'altra pompa al pozzo 2: l'avvio è partito a mezzanotte di venerdì e ora siamo in grado di dare ad Abbanoa 75 litri d'acqua al secondo".

Una situazione che si avvia, dunque, verso la normalità. Almeno è ciò che sperano i cittadini. Non mancano, da parte dell'opposizione, le accuse all'amministrazione comunale di avere agito in ritardo.

IL ROGO:

LO SFOGO DEL VIGILE DEL FUOCO - È uno degli "angeli" che, lunedì scorso, ha impedito al fuoco di causare danni ben più seri di quelli provocati all'ambiente, alle case e a qualche edificio storico. E ora - portate in salvo le persone, spente le fiamme e osservati quei 250 ettari di vegetazione incenerita - Antonio Carrogu, capo distaccamento dei Vigili del fuoco di Iglesias, si concede una riflessione che, in realtà, suona come la conferma di quanto ha avuto modo di appurare in 38 anni di servizio. Ovvero: "Manca la cultura della Protezione civile. E non mi riferisco a un documento, quale il Piano approvato di recente dal Comune, quanto alla preparazione e al coinvolgimento dei cittadini i quali devono essere a conoscenza dei comportamenti da adottare nei casi di emergenza. Altrimenti anche il più bel piano di Protezione civile rischia di essere carta straccia".

Antonio Carrogu
Antonio Carrogu
Antonio Carrogu

Carrogu ha quasi l'ossessione per una parola: prevenzione. "Tutti noi, operatori del settore, conosciamo bene le zone a rischio incendi e allagamenti nel nostro territorio; pertanto va fatto un serio lavoro per sensibilizzare e preparare le persone che vivono in prossimità di queste aree ad essere pronte, in caso di emergenza, ad abbandonare le case. Bisognerebbe iniziare organizzando incontri nei vari rioni a rischio".

Un'azione che, per essere efficace, deve essere fatta "nel cosiddetto tempo di pace, al di fuori dalla situazione di emergenza".

Il dirigente suggerisce, in concreto, cosa fare: "Dalle evacuazioni simulate con gli abitanti delle zone a rischio al censimento delle persone non autosufficienti che vivono in queste aree, con la predisposizione di un registro, da tenere costantemente aggiornato, in modo tale che si sappia subito dove e chi cercare in caso di emergenza".

Il capo del distaccamento dei Vigili parla anche dell'importanza delle fasce antincendio: "Non è ammissibile che, a ridosso delle case, non vi siano. Andrebbe anche installata una efficiente rete idrica antincendio con idranti dislocati in prossimità delle aree a rischio".

E, nelle giornate considerate ad alto rischio, "va fatto il monitoraggio del territorio con un cospicuo utilizzo di mezzi antincendio che percorrano l'areain lungo e in largo per tutta la giornata".
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