Diventa drammatica l'emergenza idrica, dovuta alla torbidità, che tiene banco da ormai 14 mesi a Domusnovas: già in vigore dal 6 aprile, il sindaco annuncia che le serrate dell'acqua in notturna proseguiranno per qualche mese. Non la migliore delle notizie con l'estate alle porte e il rischio sanitario, forse, quasi superato.

"Mi dispiace, ma non si può fare altrimenti, chi può si attrezzi, la protezione civile interverrà per le situazioni più delicate e continueremo con le sforbiciate del 50 per cento in bolletta relativamente alla voce 'acquedotto' oltre ad adottare altri accorgimenti". Infatti, il "moloch" da combattere non sembra più la torbidità bensì una rete di distribuzione colabrodo che disperde ben 3800 metri cubi d'acqua dei 4800 ripuliti quotidianamente dal potabilizzatore comunale. Un problema già noto ma mai sviscerato a fondo come in questi mesi trascorsi ad intervenire su rete e condotte e al quale non c'è rimedio se non con una seria mappatura delle perdite (affidamento diretto a breve) e successivi, corposi, rattoppi e rifacimenti che comporteranno ulteriori mancanze dell'acqua.

La cabina sorgente de s'Acqua Callenti (L'Unione Sarda)
La cabina sorgente de s'Acqua Callenti (L'Unione Sarda)
La cabina sorgente de s'Acqua Callenti (L'Unione Sarda)

Domusnovas dispone, infatti, di un'unica condotta idrica e le serrate in notturna (dalle 22 alle 6, con relativi disagi e proteste) sono funzionali al riempimento delle vasche di accumulo del potabilizzatore comunale ma anche ad evitare perdite notturne che vanificherebbero l'azione della grande e vecchia struttura riattivata a fatica a fine 2019. E, con il potabilizzatore, giocoforza sempre in funzione, i costi energetici (da spalmare in bolletta) si faranno presto sentire anche se il Comune ha in programma degli accorgimenti tra i quali un impianto fotovoltaico da sistemare proprio nei pressi della struttura.

Una protesta dei residenti (L'Unione Sarda)
Una protesta dei residenti (L'Unione Sarda)
Una protesta dei residenti (L'Unione Sarda)

Il sindaco ammette che la situazione sia drammatica: "Non possiamo nascondere i forti disagi che sono sotto gli occhi di tutti ma dobbiamo anche dire che ci accolliamo decenni di mancati interventi sulle reti e fronteggiamo un intorbidamento delle nostre sorgenti, che hanno sempre fornito acqua anche ad altri Comuni, ancora inspiegabile". Nel paese e sui social il malcontento è, a dir poco, unanime. "Ma a dimettermi - afferma Ventura - non ci penso nemmeno: la strada intrapresa è l'unica giusta, stiamo lavorando notte e giorno per ridurre i tempi e uscire dall'emergenza". Intanto, in attesa di riguadagnare la potabilità, rimane attivo il servizio di autobotte al costo di 5mila euro al mese per le casse comunali.
© Riproduzione riservata