Blue Tongue, nel Sulcis l'epidemia sembra fare meno paura
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Fa meno paura la Lingua blu nel Sulcis.
L'arrivo delle temperature invernali sembra confermare le previsioni degli addetti ai lavori che volevano l'epidemia andare via via a scemare con l'arrivo del freddo in grado di bloccare l'attività e la proliferazione dell'insetto vettore, il Culicoides Imicola.
Pur ancora impietosi, i numeri diffusi dal dipartimento di Sanità animale dell'Assl di Carbonia (aggiornati a venerdì) confermano il trend in discesa: sono attualmente 212 le aziende colpite e 3.745 i capi ovini deceduti ma il dato è salito di meno di 20 unità per i focolai e di poche centinaia di capi alla voce decessi rispetto a più di un mese fa, quando ancora si registravano contagi e decessi galoppanti.
"Il peggio sembra essere alle spalle", afferma pur con cautela Gianfranco Piras, direttore del dipartimento di Sanità animale dell'Assl di Carbonia.
"Merito anche delle vaccinazioni (per il sierotipo 4 del virus) che stiamo ultimando e che hanno fatto si che Comuni quali Portoscuso, Tratalias, Carloforte, Calasetta, Buggerru, Fluminimaggiore siano rimasti immuni dal contagio".
È invece l'Iglesiente che fa le spese del "colpo di coda" della Blue tongue con Iglesias che registra 30 focolai attivi e 950 pecore morte, Villamassargia (36; 853), Musei (25; 345), Domusnovas (14; 222).
Nel basso Sulcis sono Carbonia, Narcao, Villaperuccio, Perdaxius e Santadi i soli a far registrare morie in tripla cifra.
Situazione dunque in deciso miglioramento ma Gianfranco Piras lancia l'allarme per i ritardi che il suo Dipartimento sta accumulando nell'istruire le pratiche di indennizzo per gli allevamenti colpiti dal morbo: "I rinforzi promessi al nostro organico dall'Azienda per la tutela della salute non sono arrivati. Gestiamo egregiamente l'epidemia ma è indispensabile che arrivi almeno un impiegato amministrativo anche se ne occorrerebbero 2 o 3".