Ignazio Atzori, il Sindaco-medico di Portoscuso, è preciso come un orologio svizzero. Irrompe nell'anticamera della Capitaneria di Porto di Cagliari con la puntualità dei gentiluomini quando le 9.30 del mattino sono appena scoccate. Nel borgo dei pescatori, a Giorgino, abbandonato da Dio e da tutti, c'è solo il traffico di chi ambisce a conquistare una patente nautica.

Niente slalom

Per adesso, però, l'esame su come fare lo slalom tra una foresta di ciclopiche pale conficcate in mezzo al mare è rinviato. Tra imbarazzo e sconcerto un aspirante graduato comunica la decisione, tardiva e fuori tempo massimo: la società "Thalassa Wind" ha chiesto di sospendere la procedura di concessione del tratto di mare davanti a Carloforte con approdo nella banchina di Portovesme e dintorni. La conferenza dei servizi è annullata. Tutti a casa, Sindaci compresi. Peccato che gli uffici di Stato si siano dimenticati di comunicarlo in tempo utile per evitare la missione cagliaritana ai convocati. Un dettaglio rispetto allo stato confusionale che regna a Roma e dintorni sulle procedure da seguire per mandare avanti quella che si configura come una vera e propria invasione eolica sui mari della Sardegna. Leggendo le carte allegate alla conferenza dei servizi appena annullata emerge non solo lo scontro tra i palazzi del Governo, ma soprattutto il fallimento di quei piani che volevano "manu militari" occupare imponenti spazi acquei nel mare di Sardegna. Un piano incurante non solo dell'impatto paesaggistico, ma anche delle regole più elementari delle procedure autorizzative. Un tema che sta esponendo le Capitanerie di Porto ad un conflitto vero e proprio, con conseguenti figuracce come quella consumata ieri nella sede di via dei Calafati a Cagliari. La convocazione di una conferenza di servizi non è un passaggio di poco conto, significa che l'iter deliberativo è avanzato e in qualche modo compiuto per sciogliere la riserva: concedere o negare quella porzione di mare ai signori della Vestas, la società danese, leader mondiale nella produzione di pale eoliche.

Scontro a Roma

Qualche settimana fa con una comunicazione perentoria il Ministero delle Infrastrutture, con delega per il mare, aveva ordinato alla Capitaneria di Cagliari: «In riferimento a quanto richiesto da codesto Comando ….con riserva di fornire indicazioni ed ogni elemento utile, una volta acquisito il riscontro da parte del MITE, si evidenzia che, ad avviso della Scrivente, le procedure istruttorie avviate non possano essere sospese». A sollevare più di un dubbio sulla procedura utilizzata dalle Capitanerie era stato nientemeno che il Rappresentante unico delle Amministrazioni statali, ufficio in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri: la procedura, aveva dichiarato, non è corretta. Le pale eoliche nel mare sardo, per adesso, sono alla deriva nei palazzi del Governo di Roma.

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