L'arresto è avvenuto in esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal Gip di Cagliari Alessandro Castello. L'uomo è stato rintracciato all'interno di un campo nomadi a Selargius, dove aveva trovato ospitalità. Il Mazza è stato a lungo collaboratore di don Ettore Cannavera all'interno della Comunità La Collina; in seguito a contrasti sorti in ordine alla gestione della Comunità, che si occupa di minori e giovani adulti destinatari di misura alternativa alla detenzione o con provvedimenti giudiziari a carico o ancora con problemi di salute mentale, affidati dal Tribunale dei Minori e dal Tribunale ordinario di Cagliari, il Mazza è stato allontanato dalla struttura. Da ciò è scaturito il suo risentimento che lo ha condotto a compiere il gesto eclatante di incendiare un luogo di culto non prima però di aver sottratto la Bibbia, che non è stata recuperata, e di aver danneggiato l'impianto di irrigazione per rendere più difficoltose le operazioni di spegnimento del fuoco. Nel corso delle indagini si è fatta luce anche su altri episodi sinora rimasti insoluti che hanno visto protagonista sempre lo stesso Mazza; si sono, infatti, acquisiti elementi di colpevolezza in relazione ad un altro incendio sviluppatosi il decorso 12 luglio in danno di un capannone di proprietà di Antonio Pabis ubicato in Selargius. Nella circostanza le fiamme appiccate con liquido infiammabile, avevano provocato ingenti danni alla struttura ove erano custoditi materiali per un valore complessivo superiore ai trentamila euro. Anche il Pabis, dopo aver ospitato nella sua abitazione il Mazza, lo aveva allontanato e per questo era ormai considerato un nemico. Il Pabis è stato in passato Presidente dell'A.S.C.E.(l'Associazione Sarda contro l'Emarginazione), incarico sino a poco fa ricoperto anche dal Mazza poi sostituito da Sanna Patrizia poiché il consiglio direttivo aveva ritenuto che il Mazza non fosse più in grado di svolgere quel ruolo. Evidentemente la scelta era stata accolta con sfavore dal Mazza tant'è che anche la Sanna è stata vittima di due fatti delittuosi attribuibili all'arrestato; il primo risalente al 27 luglio u.s. quando fu dato fuoco al portone di ingresso della sua abitazione ed il secondo, ancor più recente, dell'8 agosto, quando sono state forate le gomme dell'autovettura di sua proprietà. I reati contestati al Mazza, che dopo le formalità di rito è stato associato alla locale Casa Circondariale di Buoncammino, sono dunque quelli di incendio doloso, furto aggravato, danneggiamento aggravato e appropriazione indebita di un ciclomotore di cui è stato trovato in possesso e per il quale era stata formalizzata una querela dalla legittima proprietaria.

''LA COLLINA'' Don Ettore Cannavera è amareggiato per quanto accaduto (prima l'incendio alla cappella e ora l'arresto del presunto responsabile) ma nella sua opera di apostolato ha inteso anche sottolineare che "La Collina" e una comunità di recupero, una misura alternativa alla detenzione e non quindi una comunità per ex tossicodipendenti. Sulla vicenda che ha portato all'arresto, da parte della Polizia di Stato, di un suo collaboratore, Don Cannavera ha precisato che "all'origine del gesto non ci sarebbe alcun contrasto nè mai vi è stato un allontanamento del collaboratore". Il gesto potrebbe essere legato solo a un disagio personale manifestato dall'uomo che, secondo quanto accertato dagli inquirenti, avrebbe compiuto anche altri due attentati incendiari, entrambi contro i suoi successori nella carica di presidente dell'Associazione sarda contro l'emarginazione (Asce).
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