Il 12 maggio la partenza dallo scalo di Porto Torres e, dopo una missione nel Canale di Sicilia durata oltre due mesi, la motovedetta CP 291 della Guardia Costiera al comando del primo maresciallo Np Mariano Atzeni ha fatto rientro al suo tradizionale punto di ormeggio presso la banchina della Capitaneria di porto turritano.

L’approdo nella tarda serata di venerdì scorso a seguito della conclusione delle attività nell’isola di Pantelleria, dove è rimasta impegnata per circa 70 giorni nell’ambito del dispositivo navale operante nell’area del Canale di Sicilia, teatro operativo dell’operazione Frontex sul controllo dei flussi migratori irregolari nel Mediterraneo. Ad accogliere i militari, molti dei quali già esperti di questo tipo di missioni, erano presenti il comandante della Capitaneria di porto, Gabriele Peschiulli, con i suoi principali collaboratori, e i familiari dei 9 membri d’equipaggio, insieme ai loro bambini, felici di riabbracciare i propri cari dopo un distacco di oltre 2 mesi.

Dopo aver mollato gli ormeggi, il 12 maggio scorso, e aver raggiunto due giorni dopo l’isola di Pantelleria, porto di assegnazione durante la quasi totalità della missione, l’equipaggio della CP 291 ha percorso 2504 miglia nautiche nel Canale di Sicilia, in condizioni meteo marine spesso sfavorevoli, prestando assistenza a 820 migranti, tra cui 156 donne e minori, sovente salvati mediante recupero diretto da mezzi non idonei ad affrontare un peggioramento delle condizioni meteomarine durante la traversata dal Nord Africa verso le coste siciliane.

All’arrivo in porto, il capitano di fregata Peschiulli ha espresso al primo maresciallo Atzeni e a tutti i membri dell’equipaggio parole di vivo apprezzamento per l’intensa attività svolta in un settore strategico del Mar Mediterraneo, «per aver saputo coniugare competenza marinaresca e impegno indefesso, per il contributo offerto all’obiettivo di rafforzare la capacità di sorveglianza delle frontiere unionali rispetto ai flussi migratori».

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