Una storia di dedizione lunga vent’anni. È quella del Centro di riattivazione per l’Alzheimer di Sassari che, sabato scorso, ha festeggiato il rinnovamento della struttura nel complesso di San Camillo. «Abbiamo potenziato i locali – afferma Gianfranco Favini, presidente dell’associazione Alzheimer odv – e speriamo in questo modo di poter aiutare più ospiti anche con l’aumento dei componenti della nostra équipe».

Costituita al momento da sei operatori formati e uno psicoterapeuta che accompagnano le persone in diverse attività tra cui quelle di danza e musico-terapia. «Riceviamo finanziamenti dalla Fondazione Sardegna, dalla Fondazione Sud e dai privati ma niente da Stato e Regione. Per il resto ci autofinanziamo». Oltre 500 i pazienti accolti dal 2003 nei locali del centro che adesso è arrivato a misurare 300 mq, come hanno potuto vedere i partecipanti all’incontro, tra cui l’assessore regionale agli Enti locali Aldo Salaris, la consigliera regionale Desiré Manca, l’assessore comunale ai Servizi sociali Gianfranco Meazza e padre Salvatore Morittu che ha benedetto gli spazi.

Sono 20mila i malati di Alzheimer in Sardegna e 5mila solo nel sassarese, una patologia strisciante e purtroppo incurabile. «Noi sosteniamo – continua Favini che dirige l’associazione composta da 50 persone – anche le famiglie con il centro d’ascolto. Sono disperati perché sentono di non avere il sostegno di nessuno». A San Camillo invece trovano un approdo importante nato completamente dal volontariato. «Siamo orgogliosi di offrire un servizio alla comunità, ma soprattutto ai più poveri».

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