Sassari, l’ex tipografia Chiarella è da riqualificare: l’idea presentata alla Camera dei Deputati
Luogo simbolico della città, da tempo è in cerca di una nuova vitaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Riqualificare l’ex Tipografia Chiarella, luogo simbolico di Sassari da tempo in cerca di una nuova vita. La volontà dell’attuale amministrazione è stata riferita ieri dal sindaco Giuseppe Mascia a Roma in occasione dell’iniziativa “Urban Re-Start – Ridisegniamo il futuro” tenutasi nella Camera dei Deputati. «Una grande tela bianca- così il primo cittadino racconta il progetto -oltre 2400 metri quadrati distribuiti su più livelli, per disegnare il futuro di Sassari attorno all’idea di dare vita a un grande distretto culturale. Partendo dalla rigenerazione di uno spazio monumentale, che appartiene all’identità socio-economica e alla memoria collettiva, per trasformare il centro urbano».
L’ex tipografia è stata selezionata con altri cinque casi studio per il focus organizzato dai parlamentari Marco Simiani e Ubaldo Pagano e dedicato ad azioni di riqualificazione urbanistica ad alto tasso di innovazione e di rigenerazione sociale, economica e culturale. D’altra parte lo spazio rappresenta per il capoluogo turritano un pezzo di storia avendo ospitato prima della tipografia anche l’azienda di falegnameria dei fratelli Clemente e, prima ancora, per mezzo secolo, le carceri cittadine. Il modello a cui si ispira il progetto del sindaco è la Salaborsa, la biblioteca civica multimediale di informazione generale di Bologna. «Immaginiamo il complesso - afferma Mascia - come il nucleo centrale di un nuovo distretto della cultura e del sapere diffuso innovativo e inclusivo, integrato con le politiche di sviluppo e con il contesto urbano». Servono i soldi per realizzare l’ambiziosa idea mentre, al momento, la struttura ha visto i lavori di riqualificazione partire nel novembre 2007 con un investimento da 3 milioni e 713mila euro. Poi il finanziamento regionale da un milione di euro della Programmazione territoriale, in fase di progettazione, che però non basta per rendere accessibile l’intero fabbricato.
Occorrerà quindi partecipare a più strumenti finanziari a iniziare dalla programmazione europea 2021-2027. Perché oltre alle varie revisioni e risistemazioni, serviranno fondi importanti per l’allestimento degli spazi in base alla nuova funzione che la struttura dovrà assolvere, con l’acquisizione di dotazioni tecnologiche sofisticate ma di facile fruizione. Un’operazione complessa che intende anche collegarsi con il vicino Palazzo d’Usini e la sua biblioteca in base a principi di accessibilità, funzionalità, sicurezza, fruibilità e in armonia tra i due blocchi, sia sul piano strutturale che estetico.