Sfruttava o no la prostituzione? È la domanda al centro della discussione, ieri in tribunale a Sassari, della sostituta procuratrice Maria Paola Asara nel processo a carico di un settantenne sassarese.

L'uomo, laureato in ingegneria, era accusato di aver affittato, nel quartiere di Monte Rosello, un appartamento di sua proprietà a delle prostitute con contratti di locazione perlopiù a breve termine. Il viavai di uomini, che si recavano lì dopo aver letto gli annunci sui siti di incontri, e i rumori delle attività sessuali, avevano provocato la reazione dei condomini che si erano lamentati con il professionista.

In seguito erano intervenute le forze dell'ordine che, accertato quanto avveniva tra le mura, avevano sequestrato l'immobile. Per la pm era evidente l'obiettivo dell'imputato di guadagnare dagli affitti ma, a suo parere, non è stata raggiunta la prova che il settantenne avesse concesso in locazione l'appartamento per trasformarla in una casa di appuntamenti e ci sono dubbi sull'eventualità del favoreggiamento dell'attività.

Rimane però l'imputazione per la tolleranza perché, secondo la sostituta procuratrice, l'uomo, difeso dall'avvocato Gabriele Satta, era comunque consapevole di quanto avveniva e, appunto, lo tollerava.

Per questo motivo ne ha chiesto la condanna a due anni e 500 euro di multa, la pena minima prevista. Il collegio, presieduto da Giancosimo Mura, a latere Monia Adami e Sara Pelicci, ha rinviato per repliche e sentenza.

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