Sassari, inaugurata una nuova condotta idrica
Allevierà gli effetti dell’emergenza idrica attraverso il riutilizzo delle acque refluePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Inaugurata oggi a Sassari un’infrastruttura fondamentale per alleviare gli effetti dell’emergenza idrica attraverso il riutilizzo delle acque reflue.
È la condotta che collegherà il depuratore di Caniga al canale adduttore e che, in questo modo, potrà immettere le acque finora inutilizzate nel processo produttivo, irrigare i campi, riducendo così la pressione sugli invasi naturali.
«Un’opera strategica che può davvero dare una mano all’intero comparto agricolo della Nurra», sottolinea il presidente del Consorzio di Bonifica della Nurra Gavino Zirattu, promotore dell’evento, nel corso dell’inaugurazione che si è svolta proprio nella borgata sassarese e alla presenza, tra gli altri, degli assessori regionali Gian Franco Satta e Antonio Piu, rispettivamente titolari dell’Agricoltura e dei Lavori Pubblici.
Costata 13 milioni di euro, provenienti dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, è stata conclusa nel 2013.
Nello specifico si parla di 19,8 km di condotte per il trasporto delle acque reflue depurate, una portata da 350 litri al secondo grazie alla stazione di sollevamento e un apporto potenziale da 18 milioni di metri cubi annui di risorsa idrica.
La sua azione arriva in uno dei momenti peggiori per l’agricoltura del nord-ovest e le aziende del territorio piagate da una drammatica siccità.
E ora, dopo una lunga attesa, il Consorzio di Bonifica della Nurra, con Anbi Sardegna, sono stati autorizzati a mettere in esercizio il riuso delle acque reflue della città di Sassari.
«Se la sua attivazione fosse stata tempestiva e puntuale- denuncia Zirattu - oggi non ci troveremmo in questa situazione di emergenza, perché le acque reflue avrebbero fatto risparmiare, nel tempo, milioni di metri cubi di risorsa nei bacini del Temo e del Cuga».
«Da questo territorio- riferisce Massimo Gargano, direttore Anbi nazionale -arriva un grande esempio per il nostro Paese. Abbiamo infatti circa 9 miliardi di metri cubi di acque reflue, la più grande “diga” da mettere a disposizione dell’agricoltura, del cibo, del modello agroalimentare italiano che vale 707miliardi di euro e che, insieme al turismo, e’ il principale motore del Pil». «Quindi oggi Abbanoa e il Consorzio di bonifica della Nurra- conclude la guida dell’Associazione Nazionale Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e Acque- scrivono una bella pagina di economia e sviluppo occupazionale. La nostra sfida è finalizzata a raccogliere tutta l’acqua che cade, non è più il tempo quello dei cambiamenti climatici di mettere in campo politiche di mitigazione, ma di adattamento».