Qualche giorno fa 28 dipendenti della casa di riposo Divina Provvidenza di Sassari, una delle storiche case di riposo del capoluogo, in piena crisi e che rischia la chiusura, avevano chiesto l'intervento delle Istituzioni per risolvere un problema che non è solo economico, ma sociale.

Un primo importante segnale è già arrivato: il sindaco di Sassari Nanni Campus ha infatti dichiarato "che se entro oggi non riceverò rassicurazioni sulla situazione finanziaria della struttura solleciterò alla Regione il suo commissariamento". Parole forti, che però Andrea Pintus, a nome della Fondazione, ha giudicato "inopportune".

Il Cda della Fondazione stessa però il 30 aprile scorso aveva mandato una lettera ai familiari degli ospiti, in cui tra le altre cose si affermava che la "gestione non era più in grado di fornire i pasti ai degenti". Frasi che hanno allarmato tutti, anche se la crisi della struttura di accoglienza sassarese parte da lontano.

Nella casa di riposo Divina Provvidenza, sino a pochi giorni fa, erano ospitati 75 anziani. In 16 hanno abbandonato la casa e sono tornati presso le loro famiglie. Tra coloro che sono rimasti alcuni allettati. Molti ospiti inoltre non vorrebbero abbandonare la struttura, altri sono soli al mondo e al momento non saprebbero neppure dove andare. Tra loro un ospite che risiede nella casa da ben 47 anni.

I dipendenti, operatori sanitari e personale infermieristico, sono da mesi senza stipendio, ma continuano il loro lavoro: "La situazione è molto difficile - dice una dipendente - ma non possiamo certo abbandonare i nostri anziani. Dalle Istituzioni una prima reazione è arrivata. Aspettiamo gli sviluppi. Questa casa di riposo storica - conclude - non può morire. È troppo importante per Sassari". 

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