I sindacati confederali incontrano a Sassari i lavoratori della GeNa.

L’istituto, che cura circa un centinaio di persone con disabilità, versa da anni in cattive acque finanziarie e, qualche settimana fa, la proprietà ha chiesto al tribunale il concordato preventivo in continuità.

Una mossa che, come hanno spiegato ieri in assemblea a Villa Gardonia le parti sociali, vuole impedire il fallimento “scudando” l’azienda da pignoramenti e decreti ingiuntivi.

«Ci sono due date fondamentali in questo senso - esordisce Antonio Monni, segretario Cisl Fp - Il 10 aprile, quando l’azienda presenterà al tribunale fallimentare i contenuti del piano di rientro, e quella del 16 in cui chiederà al tribunale del Lavoro lo sblocco del Durc».

Il documento unico di regolarità contributiva è fondamentale per permettere i pagamenti, stipendi inclusi, uno dei tasti dolenti della situazione. Perché i dipendenti hanno solo ricevuto metà retribuzione di gennaio e metà di febbraio e sul futuro lo scenario è alquanto fosco.

«I tempi si allungheranno - spiega Augusto Ogana, referente Uil Fp - il tribunale deve decidere, e non possiamo quantificare quanto impiegherà per farlo».

La preoccupazione è tanta, anche perché le informazioni sono poche, e le criticità si trascinano da troppo tempo. «Il problema - aggiunge Paolo Dettori, segretario generale Cgil Fp - è che vanno risolti due aspetti: il rialzo delle tariffe per gli ospiti e il contributo economico per i 15 ospiti accreditati e non ancora occupati». Decisioni che spettano alla Regione, non prese dalla precedente giunta e che ci si aspetta prenda la nuova amministrazione guidata da Alessandra Todde. «L’Opera Gesù Nazareno - incalza Massimiliano Muretti, segretario generale della Cgil di Sassari- deve diventare un problema di tutto il territorio». Nel frattempo i circa 100 dipendenti attendono con ansia che si trovi una via d’uscita.

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