«I miei genitori? Sono le persone che mi hanno amato di più, le persone che mi hanno sempre aiutato e sostenuto. Mi hanno sempre voluto bene»: Alberto Picci ha parlato così del padre Giuseppe e della mamma Maria Giovanna. Le stesse persone che ha aggredito in uno scoppio di violenza che ancora non trova spiegazioni. Picci, in sostanza, ha raccontato di avere colpito il padre con il fucile subacqueo, ma non sa dire perché. Le sue dichiarazioni sono state raccolte nell’immediatezza dei fatti e quindi hanno un valore relativo. Il dato che emerge è il fortissimo stacco tra le dichiarazioni di Picci riferite al rapporto con i genitori, che appaiono sincere, e il suo comportamento brutale. Stando a indiscrezioni, nella casa di La Scalitta, a Santa Maria Coghinas, dopo il suo rientro da Milano, sarebbero avvenuti altri episodi di violenza, che i genitori di Picci non avrebbero denunciato. Insomma una vicenda maturata nel tempo, che, però, nessuno avrebbe potuto fermare. Insomma, per vittime forse di può parlare di una aggressione annunciata.

Miracolo in ospedale – Picci in carcere continua a chiedere come stanno i genitori. Il padre Giuseppe, 68 anni cagliaritano, è stato sottoposto a un delicatissimo intervento chirurgico concluso con successo. Gli specialisti dell’ospedale Santissima Annunziata di Sassari, sono riusciti ad estrarre la fiocina che era conficcata in profondità nel cranio della vittima. Una operazione che potrebbe risultare decisiva per la sopravvivenza di Giuseppe Picci, i medici, comunque, sono prudenti e la prognosi resta riservata. La madre di Alberto Picci, invece, sta meglio e potrebbe essere dichiarata preso fuori pericolo.

Anche Alberto Picci, però, potrebbe avere necessità di cure mediche. Il suo scoppio d’ira appare incomprensibile, se non come il risultato di una patologia psichiatrica. Una spiegazione dei fatti, ovviamente, ancora tutta da dimostrare. Per ora, comunque, non ci sono in programma consulenze medico legali sulla condizione psico fisica di Picci. I Carabinieri del Comando provinciale di Sassari e i colleghi di Valledoria, stanno ricostruendo gli ultimi mesi di vita di Picci. Si parla di una serie di presunti insuccessi nel lavoro e di problemi a raggiungere la sua compagna e un figlio che (la circostanza è da verificare) sarebbero in Sud America.

Le indagini – Il pubblico ministero Angelo Beccu contesta il tentato omicidio con le aggravanti della minorata difesa, delle relazione di convivenza e del rapporto familiare. La Procura di Sassari ha valutato assolutamente congrua e adeguata la tempistica dell’intervento dei Carabinieri, circa venti minuti. È stata acquisita la drammatica telefonata della madre di Picci, la registrazione della telefonata con la quale la donna chiede aiuto ai Carabinieri.

Andrea Busia

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