Riesplode l’allarme posti letto nei reparti internistici dell’Aou di Sassari, mentre scoppia il caos dei malati infettivi non Covid, ricoverati fuori dal reparto Malattie infettive.

Non si contano le segnalazioni che arrivano dai parenti delle persone ricoverate. Stamani in Medicina interna, con tutti i posti letto occupati, c’erano quasi 30 pazienti adagiati su barelle, nelle stanze con altri degenti o addirittura nei corridoi.

Solo all’ora di pranzo sono stati dimessi 14 pazienti, che hanno liberato altrettanti posti letto e consentito così di dimezzare il numero dei ricoverati in barella. Ma nel pomeriggio altri pazienti sono stati ricoverati su barelle. 

I reparti sono saturi, a ciò si aggiungono i pazienti di malattie altamente infettive diverse dal Covid che non possono essere accolti nel reparto, totalmente dedicato al Covid.

Si era parlato di malati di malaria nel reparto di Medicina interna, di undici infettati col batterio Klebsiella in Clinica medica di persone con meningite in Medicina intera e di diversi sospetti casi di tubercolosi ricoverati fuori da Malattie infettive. 

Ma l’Aou di Sassari, per voce di Francesco Bandiera fa chiarezza: "Nessun caso di tubercolosi né, tantomeno, di meningite, neanche sospette, tra i ricoverati nei reparti dell'area internistica. Vale la pena ricordare che se ci fossero stati casi di tubercolosi questi sarebbero stati ricoverati, come logico, nell'unità operativa di Pneumologia. Dieci giorni orsono nella Medicina d'urgenza è stato ricoverato un caso di meningite batterica successivamente trasferita in rianimazione”. 

"Abbiamo un caso di malaria, che viene trattato nel reparto internistico in collaborazione con gli infettivologi, - il secondo che trattiamo quest'anno - ma per questa patologia non si pone alcun rischio di diffusione di contagio tra i pazienti", rassicura ancora Bandiera.

Ancora: “Nella mattina di oggi (lunedì, ndr) sono stati registrati un gran numero di ricoveri ed è stato necessario ospitare alcuni pazienti su barelle. Nell'arco della mattinata, poi, in seguito a dimissioni è stato possibile liberare posti letto per ospitare i nuovi ingressi. Nel prosieguo della giornata, però, il sovraffollamento si è ripresentato per l'elevato numero di accessi”.

"Siamo un ospedale che nonostante le difficoltà, in gran parte legate alla necessità di gestire la patologia COVID di tutto il nord e centro Sardegna , dà accoglienza e cure a tutti, anche se la domanda supera l'offerta - rimarca Bandiera -. Siamo ormai mesi che registriamo un incremento di accessi di casi non Covid. E' un fenomeno che sta interessando tutti gli ospedali maggiori della nostra Isola, si veda nei giorni scorsi quanto accaduto nel sud Sardegna, dove l'Ospedale Brotzu e l'AOU di Cagliari hanno chiesto la chiusura temporanea del rispettivo pronto Soccorso .Stiamo monitorando costantemente l'evoluzione della situazione con la struttura di Bed management".

Una precisazione, infine, arriva sui casi di Klebsiella. "Si tratta di casi di persone colonizzate, cioè di persone che hanno l'infezione, che sono tenute isolate rispetto agli altri pazienti e nei confronti delle quali sono state avviate le procedure previste per evitare il contagio che è di tipo oro-fecale. Questi pazienti non hanno un quadro clinico attivo, sono monitorati costantemente ed alcuni di loro già dimessi a domicilio in buone condizioni ", conclude Bandiera.

(Unioneonline/L)

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