Riceve la tessera sanitaria “avanzata” ma l’anziano è deceduto da ben undici anni. In una busta gli eredi, residenti a Porto Torres, hanno ricevuto la sintesi della “efficienza” tecnologica, paradosso straordinario della burocrazia e dell’elettronica. Lui, Gavino Cau, il diretto interessato, è passato a miglior vita il 21 dicembre 2011, all’età di 79 anni e, se fosse stato vivo, avrebbe spento 90 candeline il 12 maggio scorso. Purtroppo non può più guardare al futuro e neppure a un servizio che va coniugato al passato.

Beffa

Consegnata tramite posta, la tessera nei giorni scorsi è pervenuta con sorpresa all’indirizzo dove risiede il nipote, Antonio Carboni, 32 anni, figlio della secondogenita Antonella Cau, con tanto di lettera di accompagnamento e istruzioni che la card con microchip offre al cittadino. «Quando ho letto che a spedire la lettera era stata l’Agenzia delle Entrate ho pensato che fosse qualche tassa arretrata da pagare» racconta il nipote. «Invece davanti a quel documento sono rimasto sbalordito del fatto che mio nonno non risultasse morto. Eppure il pagamento della pensione di reversibilità era cessato immediatamente dopo il suo decesso». L’episodio ha fatto sorridere i familiari per via di quanto scritto nella missiva: “Gentile Gavino Cau, le inviamo la sua nuova tessera sanitaria che sostituisce quella scaduta”.

Amarezza

«Mio nonno non aveva mai richiesto il documento in questione e quindi neppure il rinnovo» spiega Antonio, «ma ricordo che avevamo provveduto a protocollare la data della morte presso gli enti competenti». Una possibilità molto rara, poiché solitamente i decessi sono prontamente registrati dalle anagrafi comunali, ma purtroppo l’aggiornamento dei database dell’Agenzia delle Entrate non è immediato. Classe 1932, Gavino Cau per oltre trent’anni era stato a capo di una cooperativa di facchinaggio industriale che operava nell’area portuale a servizio dell’ex Petrolchimico, gestiva attività di trasporto materiale e movimentazione merci per la Sir, l'allora Società italiane resine di Rovelli sviluppatasi negli anni ’60. A Porto Torres, sua città natale, lo ricordano per la sua passione verso le manifestazioni di musica sarda che spesso organizzava e come presidente dell’associazione Combattenti e Reduci, sezione locale fondata nel secondo dopoguerra per tenere vivo il ricordo delle vittime dei conflitti mondiali. «Siamo consapevoli di non essere stati gli unici a ricevere la tessera sanitaria post mortem – aggiunge Antonio – dimostrazione della incapacità di incrociare i dati e della lentezza della pubblica amministrazione». Ora i parenti la card all’Agenzia delle Entrate con allegato il certificato di morte così da poter informare anche la Asl, per evitare che alla scadenza, nel 2028, possano ricevere un’altra tessera.

Mariangela Pala

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