Rapina al portavalori sulla 131, la testimone: «Sembrava un incidente, poi gli spari e il film dell’orrore»
Marina Gaias stava andando al lavoro, davanti a lei il traffico si è bloccato: mezzi di traverso sulla carreggiata, poi l’incendio e il conflitto a fuoco. «Mi sono rifugiata in auto»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Un film dell’orrore». Così Marina Gaias, infermiera di Bonorva, definisce le scene accadute davanti ai suoi occhi questa mattina sulla 131, al chilometro 170, dove è scattato l’assalto a un portavalori della Vigilpol, vicino a Giave. Era a bordo della sua auto, diretta a Ozieri per andare al lavoro, quando intorno alle 8,10 il traffico davanti a lei si è bloccato. Viaggiava verso nord. Sull’altro lato della carreggiata si è scatenato l’inferno.
«A qualche decina di metri da me si è formata una piccola colonna d’auto. Ho visto che dall’altra parte c’erano delle auto in mezzo alla strada, di traverso». Il primo pensiero è ovvio: «Sembrava un incidente».
Ma all’improvviso si è capito che era qualcosa di diverso e molto più pericoloso anche per chi non era coinvolto: «Siamo tutti scesi dalle auto per cercare di capire quello che era successo. Poi i mezzi hanno preso fuoco, sono stati incendiati. E si sono sentiti gli spari».
I banditi hanno investito di colpi il furgone blindato. Nella sparatoria sono rimaste ferite due guardie giurate e una ragazza che era rimasta bloccata nel traffico e stava cercando di scappare.
«Lei non l’ho vista, perché era dall’altra parte della cortina di fumo», racconta l’infermiera, «poi quando abbiamo sentito i primi colpi di arma da fuoco siamo tutti rientrati dentro l’auto».
I malviventi, tra i sei e i dieci, sono scappati in direzione Cagliari. Un’auto usata per il colpo è stata trovata bruciata, in zona Badde Salighes. Sulla Carlo Felice è rimasto il caos. Il traffico è restato a lungo paralizzato in entrambe le direzioni. Per regolamentarlo sono intervenute le forze dell’ordine.
«Ci hanno fatto fare inversione a U», racconta ancora l’infermiera, «e solo dopo un bel po’ sono riuscita a tornare a casa». Niente giornata di lavoro, oggi, per evidenti cause di forza maggiore.