Protesta dei lavoratori a Porto Torres: la vertenza Cim finisce sul tavolo della Prefettura
All’appello mancano tre mensilità, buste paga che dal mese di maggio non sono state corrisposte agli operaiÈ finito sul tavolo della Prefettura di Sassari il caso dei 26 lavoratori Cim, l’azienda di montaggi industriali che opera all’interno dell’ex petrolchimico di Porto Torres.
Il sindaco Massimo Mulas ha chiesto l’intervento della Prefetta Grazia La Fauci per trovare una soluzione alla vertenza.
All’appello mancano tre mensilità, buste paga che dal mese di maggio non sono state corrisposte agli operai, costretti, per la settima volta, a ritornare davanti ai cancelli della portineria, Mare e Centrale, dello stabilimento industriale. Chiedono che il loro diritto a percepire le retribuzioni arretrate venga rispettato. E questa volta sono decisi a portare avanti la protesta ad oltranza.
La clessidra ha esaurito il suo tempo, e l’esasperazione ha preso il sopravvento. La solidarietà di altri lavoratori di Matrìca e delle imprese esterne non è mancata neppure questa volta.
La vertenza coinvolge la committente Eni, che ha aggiudicato l’appalto al Consorzio Cmci di cui fa parte Cim srl, la società a cui è stato rescisso il contratto a causa del mancato pagamento delle retribuzioni dovute agli operai.
A due settimane dalla lettera inviata dai sindacati confederali Fiom-Cgil e Fsm-Cisl, le richieste avanzate al Consorzio Cmci sono rimaste senza alcuna risposta. La speranza è che lo stesso Consorzio possa rispondere in solido e corrispondere gli stipendi dovuti.
Questa mattina il primo cittadino ha chiesto l’intervento della prefetta La Fauci per districare la matassa. «La proposta che non può essere accolta era quella di corrispondere la retribuzione per intero, relativa alla mensilità di maggio, soltanto ad una parte dei lavoratori, - spiega Gianni Crobeddu, delegato Fiom-Cgil - lasciando fuori 7 unità che avrebbero percepito il 50 per cento delle spettanze dello stipendio, condizioni che riteniamo siano assolutamente inaccettabili».
Le trattative sono in corso e in attesa di arrivare ad un accordo, la prefetta ha avviato le interlocuzioni con tutti i soggetti interessati. «Le abbiamo chiesto di adoperarsi per organizzare un incontro tra le parti», ha detto Mulas «è essenziale risolvere al più presto la situazione nell’area industriale perché i padri di famiglia che lavorano nell’azienda non restino ulteriormente senza stipendio e senza un’accettabile futura certezza occupazionale».
Fuori dalla portineria centrale i sindacati hanno incontrato Davide Demelas capo del personale di Matrìca e Andrea Tomasino direttore di centrale Eni, i quali hanno rassicurato sul loro impegno a sollecitare i titolari del Consorzio Cmci perché ponga fine a questa agonia.