Domani la requisitoria del processo di Minciaredda, la discarica non autorizzata della zona industriale di Porto Torres, che vede sul banco degli imputati quattro dirigenti ex Syndial (Eni), - Gianluca D’Aquila, Luigi Volpe, Francesco Misuraca e Giovanni Milani - accusati dalla Procura di disastro ambientale per non aver provveduto alla manutenzione, sorveglianza e controlli sulla cosiddetta collina dei veleni.

La nuova documentazione presentata dall’avvocato di Stato, Gian Domenico Tenaglia ha fatto slittare le discussioni del pubblico ministero Enrica Angioni e dei legali delle parti civili. Le analisi chimiche nelle acque di falda hanno mostrato concentrazioni elevate di idrocarburi, “tali da commettere fatti diretti a cagionare un disastro ambientale con conseguente pericolo per la pubblica incolumità”.

Un evento che si è verificato nell’area in prossimità del carbodotto di Fiume Santo di proprietà della società E.On, dove migrava la contaminazione come provato dalle indagini ambientali ed epidemiologiche espletate dallo studio Sentieri, che hanno evidenziato un aumento della mortalità legate all’esposizione di sostanze contaminati presenti nelle acque di falda.

Gli atti già consegnati alla Procura sono passati al vaglio anche della difesa, rappresentata dai legali Piero Arru, Fulvio Simoni e Maurizio Bazzoli che hanno chiesto ulteriore tempo per esaminare la documentazione. Nello stesso giorno si fisserà il calendario della discussione del pm e della difesa. In aula saranno presenti: Anna Laura Vargiu, Fabrizio Bionda, Ivan Cermelli e Gian Michele Sideri, avvocati di parti civili, rappresentate dai Comuni di Sassari e Porto Torres, Parco nazionale dell’Asinara e Wwf oltre al Ministero dell’Ambiente.

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