Prima avrebbe minacciato di spaccare la testa a una donna, poi si sarebbe autoinferta delle ferite prendendo a testate il cancello e incolpando un’altra persona. Questi i reati, minacce, simulazione di reato e calunnia, emersi ieri in tribunale a Sassari durante la discussione tra pm e difesa per alcuni episodi che sarebbero avvenuti nel 2017 a Sorso. Quando una 60enne, ingiuriando la parte offesa, avrebbe scagliato un vaso di fiori contro una 50enne, per poi minacciare un uomo di 60 anni con «Ti spacco la faccia» e un’altra donna rivolgendole la frase «Ti ammazzo di botte, fai la brava o la paghi cara».

In seguito, secondo l’imputazione, simulava un reato «colpendo con testate un cancello fino a procurarsi lesioni alla fronte, dandosi pizzicotti alle braccia e gridando al contempo “aiuto… mi sta picchiando». Insieme a lei anche un 68enne che avrebbe minacciato il 60enne brandendo un bastone di legno per poi, secondo le accuse, calunniare in concorso con l’imputata due delle parti offese sostenendo che avessero colpito la donna con il manico di un ombrellone.

Per il pubblico ministero la richiesta per la 60enne è di 2 anni e 2 mesi di reclusione mentre per il 68enne di un anno e 6 mesi. I due imputati sono difesi dall’avvocata Elisabetta Sotgia che ha chiesto per i suoi assistiti l’assoluzione perché il fatto non sussiste. La giudice Silvia Masala ha rinviato a ottobre per repliche e sentenza.

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