Si aggiunge un altro tassello all’opera di difesa idraulica dalle inondazioni del Rio Mannu, il progetto noto come Pit fluviale che ha attraversato un iter burocratico di oltre vent’anni.

Approderà nei prossimi giorni in consiglio comunale per l’approvazione il progetto definitivo-esecutivo del 1° lotto funzionale da 6 milioni e 400 mila euro, consegnato prima di Natale alla giunta guidata dal sindaco Massimo Mulas. Si tratta di fondi regionali destinati alla difesa idraulica dei fiumi sardi per la mitigazione del rischio idraulico.

Il progetto interessa le aree comprese tra la foce del Rio Mannu e l’ex maneggio, passando per l’antico Ponte Romano.

«Una volta approvato – spiega il sindaco Massimo Mulas - si potrà procedere con il reitero del vincolo preordinato agli espropri programmati che sono legati anche alla dichiarazione di pubblica utilità delle aree già dichiarata negli anni scorsi. In tal senso il Comune ha già definito, in accordo con i proprietari, le modalità di acquisizione delle aree».

I lavori del primo lotto riguarderanno il dragaggio del tratto terminale del fiume aprendo la foce e permettendo il deflusso delle acque. Tale apertura ripristinerà l’ecosistema naturale della foce permettendo lo scambio tra le acque fluviali e quelle marine, scambio che andrà a limitare la crescita eccessiva del canneto scongiurando il rischio di ostruzione della foce. Inoltre prevede un intervento nell’area dell’ex maneggio con il ripristino del naturale del confluire delle acque sotto tutte le arcate del ponte romano, e non solo di alcune come accade ora.

Alla luce dei nuovi ritrovamenti i progettisti hanno potuto constatare come i romani avessero previsto per le ondate di piena il possibile aggiramento del ponte sul lato est, una  soluzione che sarà presa in considerazione per la mitigazione del rischio idraulico.

Nel frattempo in questi giorni sono stati aggiudicati i lavori di scavo archeologico delle aree a nord del ponte romano. Lo scorso anno nel mese di maggio erano terminati quelli a sud del Ponte che avevano portato al rinvenimento di alcune infrastrutture di epoca. Queste due campagne di scavo sono l’ultimo tassello di una serie di indagini effettuate su tutta l’area al fine di accertarne la fruibilità senza vincoli dovuti all’eventuale presenza di reperti archeologici.

L’ultimo step sarà la gara europea per identificare la ditta che effettuerà i lavori. Dalla Regione sono stati stanziati 500mila euro per procedere con la progettazione del 2° lotto funzionale che riguarderà la messa in sicurezza del rilevato ferroviario e delle aree a monte in prossimità del Ponte Colombo.

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