«La nostra richiesta parte da un fondamento scientifico, come suggerito dallo psichiatra Mario Deriu, affinché si riconosca a Baule lo stato temporaneo di incapacità di intendere e di volere, grandemente scemata al momento del fatto, e soprattutto l'incapacità di astenersi dall'impeto di uccisione, perché proprio a causa della sua dipendenza affettiva, non ha potuto astenersi dall'uccidere quello che stava perdendo. Inoltre chiedo che vengano riconosciute le circostanze attenuanti generiche».

Queste le richieste alla Corte d’Assise di Sassari, presieduta dal giudice Massimo Zaniboni, da parte di Nicola Lucchi, difensore di Fulvio Baule, il muratore 42enne  di Ploaghe accusato di aver ucciso a colpi d'ascia i suoceri, Basilio Saladdino e Liliana Mancusa, il 26 febbraio 2022, a Porto Torres. Quella sera Baule aggredì con la stessa ferocia la ex moglie laria Saladdino, scampata al massacro.

Nella sua arringa il legale ha tentato di smontare la ricostruzione della parte civile, sottolineando la totale assenza di premeditazione e dei futili motivi e rimarcando lo stato d’animo dell’imputato e la sua paura di non poter rivedere i propri figli come «fattore scatenante». In particolare la difesa ha chiesto alla Corte di rivalutare le perizie psichiatriche, di parte e di Paolo Milia nominato dal giudice, ritenute contraddittorie. Entrambe riconoscono l'esistenza di una dipendenza affettiva.

Nella precedente udienza la pm Enrica Angioni aveva chiesto per Baule l'ergastolo, con l'aggravante della crudeltà, della premeditazione e di aver commesso il fatto alla presenza dei figli gemelli della coppia, di un anno di età. Nella richiesta anche l'isolamento diurno per un anno e la decadenza della potestà genitoriale. La prossima udienza l’11 giugno per le eventuali repliche e la pronuncia della sentenza. 

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