Stava svolgendo il suo giro di ispezione sulla nave insieme ad altri due marinai quando, impegnato in una manovra sul ponte superiore, un’onda violenta li ha sorpresi alle spalle scaraventandoli a terra contro una grata metallica. L’incidente accaduto la mattina del 7 ottobre del 2019 costò la vita al marinaio bulgaro di 24 anni, Yordanov Denislav Ivaylov, deceduto sul cargo Euroferry Malta in navigazione verso Porto Torres. Gli altri marinai rimasero gravemente feriti. Per quell’incidente sul lavoro, a due anni di distanza, è cominciato il processo che vede imputate tre persone per omicidio colposo e violazione in materia di tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro.

Ieri davanti al giudice dell’udienza preliminare Giuseppe Grotteria sono comparsi il comandante della nave, il primo ufficiale di coperta e il nostromo. Gli imputati, tutti originari della Bulgaria, sono difesi dagli avvocati Silvana Redaelli, Gianluigi Poddighe, Giuseppe De Santo e Cesare Fumagalli, i quali hanno sollevato la questione inerente la mancanza di requisiti per insediare il processo in Italia, tesi respinta dal sostituto procuratore dell’inchiesta, Enrica Angioni e dai difensori delle parti civili che affermano la sussistenza dei presupposti per la competenza del giudice italiano. La riserva verrà sciolta dal giudice il prossimo 18 gennaio. 

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