Un torre di cemento armato di 80 metri, vecchia e pericolosa, da anni una mannaia su via Marco Polo, l'arteria principale (un tempo il rettilineo di un autodromo) che conduce alla portineria centrale dello stabilimento industriale di Porto Torres.

Via Marco Polo in quel tratto, da quasi due anni, è stata interdetta al traffico. L'ex cementificio (chiuso dal 1983), nel quale è ubicata la torre, che contiene inoltre altri fabbricati e silos pericolosi e fatiscenti, è stato acquistato dal Cips di Sassari (ex Asi) all'asta nel dicembre 2020, ad un prezzo quasi simbolico: 70mila euro. Ne occorreranno infatti diversi milioni per bonificare l'intera area. Nel frattempo sarebbero dovuti iniziare i cosiddetti lavori chiamati in gergo industriale "decommissioning", ovvero le dismissioni dell'insediamento industriale.

Il primo step è la progettazione dello smantellamento stesso, in seguito lo svuotamento degli impianti, la demolizione e infine la bonifica ambientale. Nel caso dell'ex cementificio, dopo svariati mesi, si è ancora nella fase di progettazione dello smantellamento.

L'incarico, da diversi mesi, è stato già affidato dal Cips di Sassari ad un tecnico del settore, che avrebbe dovuto consegnare gli elaborati a fine febbraio. Cosa invece non avvenuta.

"Abbiamo concesso una piccola proroga al progettista - spiega il presidente del Cips Sassari Valerio Scanu - Il primo lavoro che eseguiremo sarà proprio l'abbattimento della torre dell'ex cementificio. Faremo il possibile quindi per accelerare le procedure e solleciteremo il tecnico interessato. Poi seguiranno tutte le altre fasi".

Tra le future destinazioni dell'ex cementificio, pessimo biglietto da visita poiché si trova di fronte al porto industriale, è stata ipotizzata l'ipotesi di apertura di un polo cantieristico.
 

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