La Regione tende la mano verso il Comune di Porto Torres e risponde alla richiesta di erogazione di un fondo straordinario, destinato alla copertura delle spese sostenute dall’ente per affrontare l’emergenza dell’incendio, che si sviluppò il 27 luglio del 2019 nell’area industriale di Porto Torres. Dopo quasi quattro anni dal rogo di vaste proporzioni arrivano i fondi regionali, pari a 970mila e 500 euro, somme inserite nell’ultima finanziaria e indirizzate agli interventi di bonifica, ripristino ambientale e di messa in sicurezza permanente del sito, dove furono distrutti i capannoni utilizzati come punto di stoccaggio di vernici e solventi dalla ditta Inversol srl, e dalla società È Ambiente Impianti srl per il trattamento dei rifiuti industriali pericolosi e non.

Le risorse serviranno a ristorare le sei ditte intervenute, per i servizi richiesti dal Comune a tutela della salute pubblica e per la prevenzione del danno ambientale, nella gestione della fase emergenziale causata dal terribile incendio. I residui delle operazioni di spegnimento, materiale liquido contaminato dalle sostanze inquinanti contenute nei capannoni, erano stati raccolti e custoditi all’interno di 20 autobotti che stazionarono prima in via Domenico Millelire e in seguito nel Centro intermodale, dove sono stati caratterizzati come rifiuti liquidi speciali pericolosi e non, in seguito trasferiti nelle piccole cisterne.

Lo stazionamento di 20 autocisterne per 207 giorni è costato al Comune 3mila euro al giorno oltre le spese per la vigilanza e lo smaltimento. L’istanza di copertura delle spese era stata sollecitata alla Regione dalla precedente ed attuale amministrazione comunale, e in seguito richiesta dal gruppo consiliare del Partito Sardo d’Azione. La giunta guidata dal sindaco Massimo Mulas aveva utilizzato risorse provenienti dal proprio avanzo di amministrazione per il pagamento delle spese. «Credo che questo sia un risultato positivo per la città - osserva il capogruppo Psd’Az, Bastianino Spanu – risorse immediate per garantire la bonifica dell’area, somme che rischiavano di gravare sulle casse comunali». 

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