Aree industriali non produttive con edifici ormai fatiscenti, un paesaggio di vecchie fabbriche che rischia di scoraggiare nuove iniziative in un territorio, come l’area industriale di Porto Torres, che offre circa 307 ettari di Zone economiche speciali.

Il Consorzio industriale provinciale di Sassari, impossibilitato a svolgere la sua funzione di pianificazione urbanistica su ben 665 ettari, ha avviato la procedura di riacquisizione di siti non più produttivi con i suoi edifici in stato di abbandono, attraverso la retrocessione delle zone  evidenziate nell’elenco della “Prima ricognizione delle aree inutilizzate nell’agglomerato di Porto Torres”.

Con lo strumento previsto dalla legge 448/98 il Consorzio intende riacquistare la proprietà di quelle aree a suo tempo cedute per attività industriali o artigianali, ma improduttive ormai da oltre 5 anni. L’obiettivo è di favorire l’attrattività di quei terreni attraverso la reindustrializzazione del comparto. Il tutto, con la possibilità per l’investitore di recuperare il beneficio fiscale eventualmente goduto dall’originario assegnatario.

Tra le aziende individuate da una prima ricognizione compaiono le società Eni Rewind, Versalis, Cassa per il Mezzogiorno, Esso Italiana, Sarda Laterizi, Vianini Industria, Laterizi Torres, comprese le aziende in stato di fallimento e quelle che hanno cessato la propria attività artigianale o industriale da più di tre anni. Si tratta di liberare ben 665 ettari di zone di importanza strategica e potenzialmente destinabili alla economia del mare, alla produzione di idrogeno verde e a nuovi insediamenti produttivi per la produzione di metanolo, ammoniaca e proteine.

Il Consorzio non ha ancora affidato l’incarico professionale di revisione del Piano Regolatore Territoriale «perché non sarebbero di nessuna utilità una pianificazione urbanistica di dettaglio e la rivisitazione del piano infrastrutturale su aree che non solo non sono nella disponibilità del Cipss, ma per le quali la proprietà non ha mai preso in considerazione la possibilità di cessione a terzi, né ha presentato progetti compatibili con la programmazione strategica del Consorzio». Resta il nodo della caratterizzazione di alcune delle aree che rientrano nel sito di interesse nazionale.  

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