Porto Torres, Chimica verde, i sindacati: «La Regione faccia la sua parte»
Incontro nell’aula consiliare per un confronto con i consiglieri e con il primo cittadinoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La revisione del Protocollo d’intesa sulla Chimica Verde, siglato nel 2011, e la necessità di convocare la cabina di regia a Roma per dare garanzia di gestione continua del progetto. Il territorio, parti sociali e istituzionali viaggiano in sinergia e chiedono un nuovo input alla Regione governata da Alessandra Todde. È la sintesi dell’intervento dei sindacati confederali e di categoria, nell’aula consiliare del Comune di Porto Torres, per un confronto con i consiglieri e il sindaco Massimo Mulas. Una seduta in adunanza plenaria delle commissioni consiliari permanenti, che ha visto l’intervento dei segretari confederali, Cgil Cisl e Uil, rispettivamente rappresentati da Massimiliano Muretti, Alessandro Marcellino e Giovanni Tavera, e Davide Tilocca (Femca-Cisl) segretario di categoria, per delineare il quadro della situazione industriale. Obiettivo fare squadra per portare avanti un modello di sviluppo condiviso e superare il problema degli appalti, le bonifiche e il Progetto Nuraghe, la retrocessione delle aree Eni e la bioeconomia.
Massimiliano Muretti, segretario Cgil della Camera di lavoro di Sassari ha delineato tutte le tappe della mobilitazione del territorio del nord ovest, a partire dal “Patto per lo Sviluppo della Provincia di Sassari”, firmato a Nule il 7 dicembre 2021 da Tips, sindaci della Rete Metropolitana, Consorzio industriale, Provincia, organizzazioni sindacali e parti sociali. «È fondamentale che il progetto Chimica Verde assuma caratteristiche industriali: Matrìca è un’azienda ancora artigianale per dimensioni e prodotti - ha spiegato Muretti -, uno spazio possibile solo con la costituzione della Cabina di Regia, perché costruisca un vero accordo di programma, in grado di comprendere in che termini quel progetto si possa sviluppare oggi, alla luce delle cose avvenute in sinergia con tutti i soggetti coinvolti. Un passaggio fatto con il governatore Solinas, prima col premier Draghi e poi con la presidente Meloni».
Il prossimo passo chiedono che venga fatto dall’attuale governatrice Alessandra Todde, a cui i sindacati offrono una complessiva visione del territorio e uno strumento, utile per la programmazione economica e politica di sua competenza, sostenibile e sfidante nel rapporto con il Governo Nazionale. A fare da tramite il consigliere regionale dem, Antonio Spano. Negli obiettivi di sviluppo anche le bonifiche e il Progetto Nuraghe, di proprietà del gruppo Eni, e la piattaforma realizzata a Minciaredda, un impianto importante che traccia la strada per il risanamento dei terreni. «Un altro aspetto rilevante è che il Consorzio industriale abbia attivato la procedura della retrocessione delle aree inutilizzate da Eni che, invece, devono essere rese disponibili al territorio per nuove intraprese», ha sottolineato Muretti. «Questa è una scelta politica che noi organizzazioni sindacali, interpellate dal Consorzio, abbiamo ritenuto corretta, una direzione su cui occorre muoversi perché le aree devono essere messe a valore».
Infine sugli appalti, una problematica che si collega anche alla questione infortuni e sicurezza nei posti di lavoro. «Gli appalti sempre più al ribasso creano condizioni di lavoro precarie – aggiunge Marcellino (Cisl) - e più si andrà avanti e peggio sarà. Una industria che si sta svuotando e ogni giorno perde unità lavorative, con operai costretti a condizioni igieniche critiche degli ambienti di lavoro». Da 15mila lavoratori, oggi si contano appena 1.100 unità, tra diretti e indotto. «La chimica di base ormai è in fase di smantellamento - aggiunge Tavera (Uil) -, a Porto Torres bisogna puntare su due cose: rinnovabili e chimica da fonti rinnovabili. Per fare questo occorre dare input alla Regione che può fare tanto per favorire le produzioni green».
Per il sindaco Massimo Mulas «l’incontro a Porto Torres ha ribadito ancora una volta come questa amministrazione, fin dal suo insediamento, abbia accolto il metodo della condivisione in grado di raccogliere intorno a un unico tavolo e senza distinzione di colori politici tutti gli attori dell’area vasta. Perché questa sinergia trovi una forza concreta è fondamentale che anche la Regione faccia la sua parte ed eserciti il proprio peso nelle interlocuzioni con società partecipate come Eni, facendo leva sulla necessità di una piena corrispondenza tra le esigenze del territorio e la pianificazione industriale. Se, da un lato, siamo pienamente favorevoli ad attività produttive che diano nuova linfa alla vocazione industriale dell’area, dall’altro chiunque intenda insediarsi qui deve prendere atto della nostra intenzione di procedere in maniera compatta affermando che non siamo più disponibili ad aprire nuove linee di credito senza aver chiuso quelle passate, prima fra tutte quella della chimica verde».