Quattro e tre anni di reclusione. Queste le richieste, ieri in tribunale a Sassari, fatte dalla pm Maria Paola Asara contro Antonio Vincenzo Piglioni, di professione medico, e Anna Loredana Derudas, sua segretaria nello studio di Porto Torres, accusati di esercizio abusivo della professione, falso, truffa aggravata, interruzione del servizio pubblico e frode nelle pubbliche forniture.

Le condotte sarebbero avvenute nell’ambulatorio intorno al 2013 - l’indagine dei Nas risale al 2015 - e, secondo l’accusa, la donna avrebbe compilato ricette e certificati senza consultare il medico e prescrivendo degli esami senza averne la competenza.

In questo modo, sottolinea il magistrato, facendo «correre dei grandi rischi ai pazienti anche perché i consigli che dava erano sostanzialmente sbagliati».

Il medico invece avrebbe, riferisce l’accusa, redatto falsi certificati di idoneità sportiva o di malattia e, ricorda un caso la pm, «senza visitare un paziente si faceva dire da lui di quanti giorni aveva bisogno». A sostanziare le indagini dei Nas anche le intercettazioni telefoniche che, a parere dell’accusa, confermerebbero il quadro istruttorio. La pm ha invece sollecitato l’assoluzione perché il fatto non sussiste per la frode nelle pubbliche forniture, l’interruzione del servizio pubblico e la truffa aggravata per Antonio Vincenzo Piglioni, per la frode e l’interruzione di servizio pubblico per Loredana Anna Derudas.

La giudice Monia Adami ha disposto la discussione delle difese, con gli avvocati Gabriele Satta e Federica Chironi, a fine ottobre.

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