Li hanno interrogati a lungo, poi li hanno arrestati.

Gli agenti della squadra Mobile di Sassari hanno fermato sette persone arrivate ieri a Porto Torres a bordo della nave spagnolo "Rio Segura" carica di migranti.

Sono accusati di essere gli scafisti che conducevano l'imbarcazione soccorsa dalla Guardia Costiera al largo della Libia.

Quello di ieri è il primo sbarco nel nord dell’Isola. I bambini a bordo sono decine: tra loro una piccola nata due giorni fa. Saranno ospitati nei centri d’accoglienza in tutte le province, 75 rimarranno nel Sassarese. In tutto sono 198 uomini, 126 donne e 68 minori, soccorsi in mare al largo della Libia.

A gestire le operazioni il comandante Paolo Bianca della Capitaneria di porto di Porto Torres che ha allarmato la Prefettura di Sassari e l'intera macchina dell'accoglienza, già predisposta una settimana fa in vista dell'arrivo di una nave poi dirottata in Calabria.

L’attracco della "Rio Segura" è avvenuto presso il molo industriale 1 dell’Asi dove è stato allestito il campo tenda per i primi accertamenti sanitari e l'identificazione delle persone imbarcate.

Gli scafisti arrestati a Porto Torres sono somali, egiziani e yemeniti. Ieri, allo sbarco hanno tentato di confondersi con i 400 disperati, raccolti dalle coste libiche. Hanno tentato senza riuscirci, grazie all'occhio attento degli agenti della squadra mobile e della Finanza, che insieme al 118 hanno fatto un lavoro attento e meticoloso, di accoglienza e prevenzione. Questa mattina il campo era già stato sgombrato, restavano ancora i sette fermati. Fino a quando non sono tutti stati arrestati e accompagnati in questura.

Secondo le accuse si sarebbero fatti consegnare da ogni profugo imbarcato duemila euro, in cambio di una speranza di sopravvivenza.

Li hanno imbarcati tutti su una bagnarola, che preludeva a un altra traversata della morte. Fino a quando non sono stati soccorsi in acque internazionali.

A quel punto gli scafisti, sette in tutto, somali, egiziani, un yemenita, hanno cercato di confondersi con i profughi, senza riuscirci.

Ma gli agenti della squadra mobile li hanno individuati e interrogati a lungo.Fino all'arresto: ora rischiano il carcere per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
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