Porto Torres, affetta da malattia genetica e Adhd: assistenza dimezzata per una bimba
La denuncia della madre: «Tagli della Regione, per mia figlia un rientro amaro sui banchi. Non mi fermerò»(Ansa)
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In aula con assistenza educativa ridotta, nonostante sia affetta da una malattia genetica non reversibile associata all’Adhd, disturbo da deficit dell’attenzione. Il nuovo anno scolastico è iniziato così per una bambina di 8 anni che frequenta la quarta classe di una scuola primaria di Porto Torres.
In prima linea la mamma che denuncia il rientro amaro della figlia tra i banchi di scuola. «A differenza degli altri anni, le sono state assegnate solo quattro ore di educativa invece di dieci, con un taglio di ben sei ore». Così ha cercato di trovare una soluzione rivolgendosi alla responsabile della cooperativa che garantisce il servizio, e in seguito ai Servizi Sociali del Comune di Porto Torres e alla vicepreside dell’Istituto comprensivo scolastico.
«La neuropsichiatra infantile aveva chiesto, come risulta dalla relazione, il massimo delle ore di assistenza in aula, - spiega la donna - e fino allo scorso anno mia figlia usufruiva di dieci ore di educativa alla settimana. Quest’anno ci sono stati dei tagli da parte della Regione e la bambina è rimasta scoperta di sei ore».
La riduzione del servizio ha interessato anche altri piccoli che soffrono dello stesso disturbo. «Un’altra spiegazione assurda che mi è stata data è che, - prosegue - assicurando un maggior numero di ore all’altra mia figlia affetta da Adhd, di conseguenza potevano garantirmi solo quattro ore per la sorella, che soffre però anche di una malattia genetica, quindi una situazione patologica ben più grave».
La donna chiede un’assegnazione equilibrata della educativa tra i bambini interessati, a seguito della distribuzione delle ore di assistenza disponibili. Nei giorni scorsi si è pure rivolta all’assessora ai Servizi Sociali, Simona Fois. «Dal bilancio abbiamo anticipato 519mila euro che coprono in gran parte i costi dell’attivazione del servizio di competenza regionale che ammontano a 700mila euro - spiega - risorse che abbiamo investito in attesa che arrivino i fondi dalla Regione, dal Plus e dal Ministero, trasferimenti necessari a coprire l’intero fabbisogno che aumenta di anno in anno».
Nel frattempo la mamma ha deciso di portare avanti la lotta, chiedendo un incontro al sindaco Massimo Mulas. «Intanto mi sono rifiutata di firmare il Pei, il Programma educativo individuale, che prevede solo 4 ore di assistenza educativa e fino a quando non troverò una soluzione a questo problema, continuerò la mia battaglia per far riconoscere i giusti diritti a mia figlia».