Importanti novità nell’ambito delle indagini sulla morte di Antonio Masia, responsabile del “settore cernita” dell’impianto di smaltimento dei rifiuti della Gesam a Sassari. Il corpo dell’operaio è stato sottoposto ad autopsia da parte del dottor Francesco Serra. A seguito delle risultanze, si sono resi necessari ulteriori accertamenti della Squadra mobile della Questura sassarese. Anche sulla base dei primi rilievi svolti dal personale dello Spresal, intervenuto sul posto nell’immediatezza della tragedia, sono stati ricostruiti gli ultimi istanti di vita della vittima, con la raccolta delle dichiarazioni di tutti i dipendenti che quel giorno, il 25 luglio scorso, erano in servizio nello stabilimento di Truncu Reale. Hanno riferito dove erano esattamente nel presunto arco temporale in cui secondo il medico legale è avvenuto il fatto.

Masia, si ritiene, non è deceduto per un malore ma la morte è stata causata da un mezzo operatore. Successivamente, il cadavere è stato occultato per essere ritrovato qualche ora dopo da alcuni operai i quali erano stati allertati dalla moglie dell’uomo, preoccupata per la prolungata assenza del marito. Quindi sono andati a cercarlo.

Il 6 agosto, dopo che gli agenti della Squadra mobile avevano sequestrato – come da decreto – i telefoni cellulari di tutti i dipendenti che fino a quel momento erano al lavoro, si è verificato un incendio che ha distrutto la struttura per lo smaltimento dei rifiuti.

La Procura di Sassari ha delegato gli accertamenti al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Sassari, poiché i due eventi potevano essere in qualche modo collegati, per il probabile interesse di occultare eventuali elementi che potevano aiutare gli inquirenti a riassumere le ultime ore di vita di Masia.

Dalla ricostruzione fatta dai Vigili del fuoco intervenuti, il rogo è chiaramente di matrice dolosa.

Attualmente risulta un indagato per omicidio colposo e occultamento di cadavere, si tratta di un collega dell’operaio morto, e sono stati effettuati diversi sequestri e acquisite anche immagini e video, di sicuro rilievo investigativo.

Vengono inoltre predisposti accertamenti tecnici sui cellulari messi sotto sequestro e sugli altri oggetti oltre ad analisi biologiche attraverso il Servizio Polizia Scientifica di Roma.

Tre giorni fa, il 2 settembre, il Noe dei carabinieri di Sassari insieme ai Vigili del fuoco e al personale della Gesam ha effettuato un sopralluogo per ulteriori verifiche in relazione alle cause del rogo.

(Unioneonline/s.s.)

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