Restano ricoverate nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale civile di Sassari le due donne ridotte in fin di vita da Fulvio Baule, il muratore 40enne di Ploaghe autore del massacro compiuto, lo scorso 26 febbraio poco dopo le 20, in via Principessa Giovanna a Porto Torres. L’uomo si trova rinchiuso nel carcere di Bancali con l’accusa di omicidio aggravato e duplice tentato omicidio per aver ucciso a colpi di ascia il poliziotto in pensione di 74 anni, Basilio Saladdino, mentre questo tentava di difendere le donne della sua famiglia.

Nel reparto di Rianimazione del Santissima Annunziata la figlia, ex moglie dell’arrestato, Ilaria Soladdino di 39 anni, risponde ai solleciti dei medici dando segnali di risveglio, ma la situazione resta critica. Più grave la condizione di salute della ex suocera, Caterina Mancusa di 66 anni, sottoposta a una cura intensiva. Entrambe erano state inseguite dall’assassino nel piazzale della palazzina di via Principessa Giovanna, dove risiedevano, mentre tentavano di mettersi al riparo dalla furia omicida di Baule.

Il legale difensore del 40enne sta elaborando la richiesta di incidente probatorio per fare sottoporre il suo assistito a perizia psichiatrica ai fini della valutazione della infermità di mente al momento dell’aggressione violenta.  Durante l’udienza di convalida dell’arresto, davanti al gip del Tribunale di Sassari, Sergio De Luca, il reo confesso aveva dichiarato: “Ho raggiunto mia suocera davanti all’uscio nel cortile, mentre scappava l’ho colpita con un fendente alla testa da dietro, poi le ho assestato altri due colpi mentre era a terra”. Frammenti di una mattanza confessata la sera stessa dell’omicidio. 

© Riproduzione riservata