Goletta verde a Porto Torres, rinnovabili: le perplessità del sindaco
Massimo Mulas: «Dobbiamo essere protagonisti, partecipi e attivi. Certe soluzioni calate dall'alto hanno un vago sapore di umiliazione»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Sulle energie rinnovabili chiediamo solo tre cose: primo, che ci sia una regia politica e normativa: ogni settimana scopriamo l'esistenza di un nuovo progetto che interessa l'isola, il suo interno o il suo mare. Questa evoluzione venga gestita in modo strategico attraverso regole certe; secondo, il coinvolgimento delle comunità: i sardi non possono essere semplici spettatori di un processo che avrà un grosso impatto sul territorio, sul suo ambiente e sulla sua economia. Dobbiamo essere protagonisti, partecipi e attivi: certe soluzioni calate dall'alto hanno un vago sapore di umiliazione. Terzo, devono essere chiari gli impatti e le ricadute».
Parole del sindaco di Porto Torres, Massimo Mulas, durante la tappa di Goletta Verde nella banchina della Teleferica a Porto Torres. L’unica in Sardegna.
L’eolico offshore e le energie rinnovabili il tema della conferenza dal titolo “Il Vento del futuro. Tra innovazione, paesaggi energetici, territori e decarbonizzazione”, che si è svolta questa mattina nel porto turritano alla presenza di Annalisa Colombu, presidente di Legambiente Sardegna, Marco Crestani, portavoce di Goletta Verde, Marta Battaglia, direttrice di Legambiente Sardegna, Giorgio Querzoli, responsabile Comitato scientifico Legambiente Sardegna, Vincenzo Tiana, responsabile Energia di Legambiente Sardegna, Michele Meloni, presidente Circolo Legambiente l’Olivastro Sassari, Massimo Mulas, sindaco di Porto Torres, Diego Loi, sindaco di Santu Lussurgiu e Antonio Sassu, assessore all’Ambiente del comune di Sassari.
«Se la Sardegna si presta a ospitare un pezzo importante della rivoluzione energetica, e quindi a pagare un prezzo salato in termini di consumo del suolo e del paesaggio, ci deve essere un piano chiaro di compensazioni», ha aggiunto il sindaco. «Non si tratta di chiedere l'elemosina o di ottenere risarcimenti simbolici o sempre sulle solite linee di intervento. Bisogna ragionare, anche in questo caso, pensando a un vero e proprio Piano che preveda interventi strutturali, sociali, ambientali e culturali organici e continuativi. Alla luce di queste riflessioni, è evidente che la transizione energetica ha senso solo se non umilia un territorio che ha già dato al progresso senza ricevere in cambio un vero programma di sviluppo».
Crestani di Legambiente sottolinea: «In Sardegna sono stati presentati ben 177 progetti, attualmente in attesa di valutazione statale, di cui almeno 20 per eolico offshore. E necessaria però una cabina di regia che governi e regolamenti i progetti, a partire dalla loro presentazione».