Nel 1984 Francesco ha 6 anni. La famiglia gestisce a Porto Torres un piccolo bar, che ora non c'è più, dietro alcune case popolari, ubicate di fronte ad un'ex caserma dei carabinieri, in cui da anni è stato trasferito un archivio. Francesco tifa Milan, la squadra della sua vita. Van Basten, Gullit sarebbero stati ingaggiati da qui a poco, ma questo né Francesco né nessuno potevano saperlo. Il bambino spesso se ne sta seduto sull'uscio del bar. A fare che? A cantare. Ma canta soprattutto Claudio Villa e musica sarda. È così intonato e pieno di grazia che la gente si ferma a guardarlo.

Francesco per timidezza a volte si ferma, ma se spronato a sciogliere il suo pudore canta ancora di più. Anche a richiesta. Quel bambino ha un'ugola d'oro e le note del cuore. Il buon Dio ha deciso di posare su di lui una grande dose di talento. E lui risponde con una voce incantata che accarezza i cuori. In due occhi grandi e neri, uno sguardo profondo, con un'anima che non conosce inverno.

A volte il piccolo Francesco vive solo nel suo mondo. A fantasticare le sue melodie. Sogna gli applausi e la gloria. Ma non sa come fare. È solo un bambino. Neanche adolescente comincia a girare i paesini della Sardegna. Canta in sardo. Spesso sopra i semirimorchi dei camion addobbati a festa con delle grosse palme arrotolate. Sull'impianto acustico meglio sorvolare. Ma in poco tempo Francesco nel campo diventa una celebrità. Già uno dei migliori. Che fa concorrenza a chi ha trent'anni in più di esperienza sul palco.

Ma Francesco ha l'entusiasmo di chi vuole arrivare e l'umiltà dei grandi. Vive  in una terra ancora selvaggia, dove per emergere occorre anche tanta fortuna. Quella fortuna che a Francesco ancora è negata. Nel frattempo il ragazzo gioca al calcio e anche con la palla ci sa fare. Svelto, agile e potente si ritaglia un buono spazio. Nel 2004 la prima occasione, mentre continua ad esibirsi nelle piazze come cantadore sardo: l'esordio come figurante nel "Trovatore" al teatro Verdi di Sassari, nel coro Luigi Canepa, di cui da tempo è componente.

Poi gli studi al Conservatorio. Le prime apparizioni da solista nei teatri. La sua voce non sta passando inosservata. Nel 2007 si apre un grande sipario. Migliaia di persone ben vestite in platea e nei palchi. Francesco veste i panni di Rodolfo e canta come non mai. Il mondo è suo. La gente alla fine dell'opera si alza e gli batte le mani. Sinceramente. A lui luccicano gli occhi, in uno dei templi della lirica mondiale. Per quel giovane le porte del paradiso sono aperte e lui tocca la luna. E non sarebbe stata la prima. Il piccolo che cantava nell'uscio e che interpretò il 7 ottobre 2007 Rodolfo nell'opera Luisa Miller di Giuseppe Verdi, al teatro Regio di Parma, è Francesco Demuro, 45 anni, di Porto Torres. Cantante lirico, è diventato uno dei più grandi tenori del mondo. Una delle personalità più eminenti di questa gloriosa terra sarda, che Francesco esporta con orgoglio in ogni parte del globo.

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