Assolto perché il fatto non costituisce reato. Questa la decisione della giudice Anna Pintore, nel pomeriggio in tribunale, a favore di Piero Guido Bua, ex presidente del Policlinico di Sassari, imputato per omessi versamenti delle ritenute dal 2014 al 2018, una cifra corrispondente, per ogni annualità, a circa 1 milione e mezzo di euro. Sette i mesi di reclusione chiesti, al termine della discussione, dal pm Antonio Pala mentre l’avvocato difensore Bruno Conti ha sollecitato l’assoluzione con la stessa formula decretata in seguito dalla giudice.

Il legale si è soffermato sulle origini della crisi che investì il Policlinico, luogo di cura fondato nel capoluogo turritano oltre un secolo fa, ricordando l’improvvisa uscita di scena, agli inizi del 2000, dell’università dall’istituto e, nel 2014, del ridimensionamento da parte della Regione che non pagò più l’extrabudget. Causando la reazione a catena della banca, che aveva anticipato le fatture e che chiese la restituzione dei soldi aggravando il contesto. Bua riesce a rateizzare i debiti con l’erario fino al 2018, quando smette di essere presidente e per il Policlinico arriva il concordato preventivo, preludio al fallimento sei mesi dopo, tutto questo però senza mai chiudere l’istituzione. Come fece anche Bua, ha sottolineato Conti, che al tempo decise di non interrompere un servizio pubblico tutelando il diritto alla salute garantito dalla Costituzione.

Allo stesso modo l’imputato, secondo il difensore e la giurisprudenza riferita, non poteva essere colpevole perché non responsabile della crisi e in quanto aveva tentato tutto il possibile per scongiurarla, tra l’altro non percependo oltre 400mila euro dei propri stipendi. Alla fine la giudice ha ritenuto di assolvere Bua, accusato insieme ad altre persone anche in un altro processo, sempre relativo al Policlinico, ma stavolta legato alla sua bancarotta.  

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