Assolto dall'accusa di violenza sessuale perché il fatto non sussiste.

Così ha disposto, oggi in tribunale a Sassari, il collegio presieduto dalla giudice Monia Adami, a latere Valentina Nuvoli e Paolo Bulla, per una vicenda risalente al 2016 quando, ad Alghero, al termine di una nottata ad alto tasso alcolico una 37enne si era risvegliata senza ricordare più nulla di quanto accaduto. Unico indizio un biglietto lasciato da una persona con cui aveva trascorso la serata, un 33enne algherese.

A quel punto la donna teme di aver subito violenza carnale e di aver assunto, senza saperlo la cosiddetta "droga dello stupro". Per questo motivo denuncia il partner occasionale ma, in un primo momento, la pratica viene archiviata, per poi essere ripresa una volta scoperto in un capello della parte offesa delle tracce di ghb.

Esame che però non risolve il dilemma se la sostanza, in quantità minima, sia frutto della droga o un'autoproduzione dell'organismo.

Dopo che il pm Angelo Beccu aveva chiesto una condanna a due anni, oggi si è tenuta la discussione della parte civile e della difesa. Nel primo caso, rappresentata dall'avvocato Luigi Esposito, si è sostenuto che il rapporto sessuale tra i due sia avvenuto e che l'uomo si sia approfittato della presunta parte offesa e del suo stato di minorata difesa.

Il difensore Marco Salaris ha invece riferito come non sia accaduto nulla di tutto questo e che il 33enne, ubriaco anch'egli, abbia assunto una condotta tale da testimoniare la non volontà di trarre vantaggio dall'ebbrezza della donna. 

© Riproduzione riservata