Darsena veleni a Porto Torres: le parti civili chiedono conferma di risarcimento
Sul banco degli imputati, i manager della Syndial-Eni
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Si è aperto questa mattina a Sassari il processo d’Appello sulla Darsena Servizi, lo specchio di mare antistante la “Marinella”, nel porto Industriale di Porto Torres, avvelenato dallo sversamento in acqua di agenti chimici inquinanti.
Sul banco degli imputati ci sono Francesco Papate, Oscar Cappellazzo e Gian Antonio Saggese, manager della società Syndial-Eni, condannati in primo grado ad un anno di reclusione per i reati di disastro ambientale colposo e deturpamento delle bellezze naturali. Rinviata al 15 e al 21 le udienze per la discussione della difesa degli imputati, mentre presso la Corte d’Appello di Sassari, presieduta da Plinia Azzena e a latere dai giudici Maria Grixoni e Marina Capitta, sono state depositate le conclusioni scritte della parti civili in cui si chiede di confermare la sentenza emessa in primo grado nel 2016 dal giudice del Tribunale di Sassari, Antonello Spano. Nello stesso dispositivo si stabiliva l’entità del risarcimento che gli imputati dovranno corrispondere alle parti sociali: 200mila euro per il ministero dell’Ambiente, 100mila euro alla Regione Sardegna, 100mila euro al Comune di Porto Torres, 50mila euro ciascuno per i frattelli Giovanni e Alessandro Polese e 10mila euro ciascuno per altre quattro parti civili, quali il Capsa, il Comitato Tuteliamo il Golfo dell’Asinara, l’associazione Anpana e Lega anticaccia.