Si apre mercoledì 7 luglio, al Tribunale di Sassari, il processo d’appello sulla “Darsena veleni”, lo specchio acqueo del porto industriale di Porto Torres un tempo fortemente inquinato da sostanze pericolose e attualmente nella fase conclusiva delle bonifiche. Il gup Antonello Spano, il 22 luglio del 2016, aveva condannato ad un anno di reclusione tre dirigenti di Syndial, società di Eni, per i reati di disastro ambientale colposo e deturpamento delle bellezze naturali. A distanza di 5 anni si riapre il processo di secondo grado: davanti al giudice compariranno Francesco Capace, Oscar Cappellazzo e Gian Antonio Saggese.

Nato in seguito ad un sopralluogo dei vigili del fuoco nella darsena servizi, controlli culminati con il sequestro cautelare di gran parte del sito, il processo del 2016 si era concluso con una prima sentenza di condanna per inquinamento dello specchio acqueo dove furono scaricati non meglio precisate quantità di sostanze pericolose. L’avvocato Pina Zappetto aveva depositato una nuova documentazione, a seguito della sentenza di condanna  impugnata dal collegio difensivo dei dirigenti Syndial, istruttorie tecniche svolte tra il 2018 e 2020, condotte da Arpas, Ispra, Provincia di Sassari e Comune di Porto Torres, che secondo la difesa proverebbero la responsabilità di Syndial nell’inquinamento.

Nel febbraio scorso si è svolta una ulteriore campagna di monitoraggio nella Darsena servizi del porto industriale, un controllo strumentale che secondo la multinazionale conferma l’assenza di contaminazione nell’acqua di mare e nell’aria. Sono ammessi come parti civili al processo: ministero Ambiente, Provincia di Sassari, Comune di Porto Torres, i comitati Tuteliamo il Golfo dell’Asinara, Capsa, Anpana, Lega anticaccia e i fratelli Polese di Porto Torres.

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