Diciottomila visitatori al Crama, il Centro recupero animali marini del Parco nazionale dell’Asinara che registra numeri da record nel periodo maggio-ottobre 2023. Di questi, circa duemila sono studenti che sono sbarcati nell’isola per partecipare ai campi estivi o per prendere parte ai laboratori di educazione ambientale.

«La struttura che in 17 anni ha preso in cura 150 tartarughe marine, per la maggior parte appartenenti alla specie Caretta caretta - spiega Laura Pireddu, una delle responsabili del Crama -, offre una sala veterinaria completa di camera operatoria, camera oscura, apparecchio radiologico digitale che rende possibile lo sviluppo di radiografie a cui viene sottoposto l’animale». Nato nel 2006, il Centro è entrato in funzione presso l’Osservatorio del Mare nel 2012, un ambulatorio situato a Cala Reale con spazi adeguati, due sale fornite di tre vasche modulari ciascuna per la degenza degli animali che hanno bisogno di cure. «La maggior parte delle tartarughe ricoverate, di media una decina all’anno», aggiunge Laura Pireddu «sono gravemente ferite a causa dell’impatto con strumenti da pesca o imbarcazioni, oppure debilitate a causa dell’ingerimento di microplastiche presenti nel mare». Questo spesso comporta un periodo di degenza molto lungo ed è quindi necessario effettuare una riabilitazione prima di poter rimettere in natura gli animali in aree idonee alla loro sopravvivenza. Da ciò è nata l’esigenza di individuare uno specchio di mare che potesse servire come zona per la riabilitazione degli individui di tartaruga marina. Lo specchio di mare individuato a tale scopo è quello antistante la struttura presso l’omonimo moletto, dotato di una superficie di 485 mq. e distante circa 100 metri dai locali adibiti. Tale specchio di mare è ribattezzato “Baia delle Tartarughe. L’ultimo esemplare è stato battezzato con il nome Elda (che significa "battaglia"), l’unica tartaruga marina presente nella struttura e la sola ritrovata spiaggiata all’Asinara, la prima priva di due arti a ricevere le cure del Centro,  pertanto rappresenta anche un interessante caso studio sulla resistenza di questi animali.

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